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Cronaca Piano / Via Giordano Bruno

Violenza al Piano, i commercianti: «Qui ormai c'è il coprifuoco, abbiamo paura»

Voce fuori dal coro quella di Massimo Tombari: «La situazione è buona. E' vero, in passato ci sono stati vari episodi di criminalità, però io sono 16 anni che sto qua e non ho mai avuto problemi»

E’ solo l’ultimo episodio di violenza. L’ultimo fatto che ha seminato il panico lungo via Giordano Bruno è l’aggressione di due bengalesi ai danni di un connazionale minorenne avvenuta martedì sera scorsa. Questa volta i residenti hanno temuto il peggio. Scene di violenza urbana, con un ragazzo tumefatto in viso e una maglietta lacerata che scopriva un torace violaceo e insanguinato mentre correva come una scheggia impazzita. Tutto pur di sfuggire ai due assalitori, uno dei quali si muoveva con due bottiglie rotte in mano. Alcuni esercenti sono stati costretti a chiudersi dentro i locali. La titolare di un negozio di antiquariato ha addirittura inserito l’allarme, temendo che la propria vetrina potesse essere presa d’assalto. Si vive bene soprattutto di giorno, ma quando cala il sole, la via si trasforma in un porto franco. Ora però i commercianti non ce la fanno più e se la prendono con tutti: gli stranieri che sono troppi, le Forze dell’ordine che non bastano mai e un’amministrazione comunale che ha abbandonato il quartiere.

«Questa via è sempre più degradata perché ci sono sempre i soliti posti dove si riuniscono gli stranieri che bevono, si ubriacano - ha detto Francesco Frattesi che ha un negozio di elettrodomestici - La Polizia non c’è mai quando invece ci vorrebbe un presidio fisso. Anche ieri non sono arrivati subito, ci hanno messo almeno un quarto d’ora. Anche se violenze del genere non sono all’ordine del giorno, c’è comunque una sensazione di malessere generale. Soprattutto durante il giorno perché poi si sa, che qui, dopo una certa ora, può capitare di tutto». Ma Frattesi ieri non ha avuto problemi. Chi invece se l’è davvero vista brutta é Sabrina del noto negozio di profumi Galeazzi, che ha detto: «Ho sentito le urla e poi ho visto il ragazzo entrare di corsa nel negozio e chiudersi dentro. C’era sangue dappertutto e ho avuto molta paura. Qui ormai è una cosa pietosa». A Sabrina fa eco la collega e titolare della famosa “Profumeria GaleazziBarbara Quercetti: «Dopo quello che è successo abbiamo paura. Noi vorremmo più controlli e la presenza di più pattuglie della Polizia perché, con una zona più presidiata, uno si sente anche più protetto». Voce fuori dal coro quella di Massimo Tombari, che ha un Compro Oro a pochi metri dalla rotatoria: «La situazione è buona. E’ vero la tabaccheria è stata scassinata, a pochi metri ci fu una rapina una volta, però io sono 16 anni che sto qua e non ho mai avuto problemi. Certi allarmismi che sento non li percepisco».

Parla con rassegnazione invece Mauro Bronzini, titolare del “Caffé San Marco” che, anni fa, dopo essersi rifiutato di dare loro da bere, fu pestato a sangue insieme al padre da un gruppo di 4 rumeni. «Mi ruppero l’orbita oculare a calci e fui costretto ad operarmi. Ci fu un processo in cui il giudice li condannò, ma noi ci siamo comunque dovuti pagare tutte le spese sanitarie e gli avvocati perché erano nullatenenti». Il prossimo 26 agosto saranno 3 anni da quel pestaggio in stile Arancia Meccanica e la speranza è che in futuro non ci siano altri negozi costretti a prendere decisioni drastiche come quella di Mauro che, dal giorno della violenza, non ha più aperto il suo bar di pomeriggio

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