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Cronaca Corinaldo

Genitori in un comitato, per non dimenticare Corinaldo e lavorare ad una comunità migliore

Proseguono le attività del Comitato Genitori Unitario (Co.Ge.U), che unisce tutti i sopravvissuti, i familiari e tutti coloro che, in qualche modo, soffrono per quanto successo quella maledetta notte

Chiedono giustizia per le 6 vittime della strage di Corinaldo. Ma per quella sarà necessario attendere i tempi delle inchieste delle Procure, ordinaria e del Tribunale dei Minorenni, poi un equo e giusto processo a carico degli imputati. Nel frattempo però c’è da ricucire uno squarcio nella comunità corinaldese e senigalliese. C’è da elaborare un lutto pesante e lavorare dentro la comunità per raggiungere tutti insieme un unico obiettivo: che non capiti mai più. Nessuno deve più giocarsi la vita per andarsi a divertire perché, come recita lo striscione diventato simbolo del dolore di tutti e oggi affisso nella scuola frequentata da una delle vittime, “da un concerto si torna senza voce, non senza vita”.

Il comitato che aiuta familiari e amici delle vittime

Per questo da gennaio proseguono le attività del Comitato Genitori Unitario (Co.Ge.U), che unisce tutti i sopravvissuti, i familiari toccati direttamente o indirettamente dal grande lutto, ma anche tutti coloro che, in qualche modo, soffrono per quanto successo la notte di quel maledetto 8 dicembre. A quale scopo? Affrontare insieme un percorso di consapevolezza e cultura della sicurezza. Dunque agire nel concreto. A spiegarlo è Luigina Bucci, maestra di una scuola primaria a Senigallia, cognata di Eleonora Girolimini, la mamma coraggio che si sacrificò per salvare la figlia e oggi presidente del comitato. 

Gli obiettivi e i prossimi eventi in programma

«Questo fatto ha lasciato segni indelebili, ci sono richieste di aiuto latenti da parte di tanti ragazzi che solo un genitore o un bravo insegnate riesce a cogliere. I professori con cui siamo in contatto ci segnalano i casi di chi ha maggiori fragilità. Per le prossime settimane abbiamo organizzato un incontro con 2 psicologhe di Senigallia e una psicoterapeuta che lavora al reparto di Psichiatria di Torrette. Lo faremo con i ragazzi, gli adolescenti, i genitori, insegnanti ed educatori in generale. Poi stiamo pensando di proiettare una serie di in un cinema all’aperto per i ragazzi, scegliendo pellicole che possano aiutarci ad entrare nel tema del divertimento e della sicurezza e sollecitare così un confronto costruttivo». 

4 tavoli tematici 

Non solo, perché il Comitato, formato da un direttivo che si incontra periodicamente ogni 15 giorni, ha un’attività permanente su 4 tavoli tematici. Il primo è sul supporto psicologico: è partito nell’immediato, anche con l’aiuto dell’Asur, come primo intervento a favore di tutti gli studenti, soprattutto per le classi prime e seconde degli istituti medi superiori, quindi con ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni. Il secondo è sulla sicurezza: è il luogo dove ci si confronta per la costituzione di un codice etico da adottare e rispettare da parte degli esercenti che organizzano eventi o incontri dedicati ai minorenni. Questo al netto delle norme già in vigore e in collaborazione con il Garante regionale dei diritti dei minori l’avvocato Andrea Nobili. «Sì. Dovrebbe diventare una sorta di bollino di qualità - spiega la Bucci - per cui noi genitori sappiamo che se nostro figlio va in quel luogo dove è stato adottato quel codice, ci sentiamo più sicuri, fino anche a incentivare o meno la frequentazione di quei locali». Il terzo tavolo è sulla formazione dedicata ai genitori: «Siamo andati in crisi anche noi dopo i fatti. Ci siamo resi conto che no conoscevamo l’evento, il cantante, pensavamo fosse una festa di istituto organizzata dalle scuole. Forse ce li abbiamo mandati con troppa facilità? Ancora stiamo cercando di capire». Quarto tavolo la riqualificazione degli spazi in disuso per recuperare un bene, anche con il lavoro dei ragazzi, da destinare a qualcosa gradito ai giovani. Un po’ più impegnativo questo ultimo progetto, anche perché richiede molto tempo, risorse economiche e impegno politico. 

Ma il Comitato dei familiari delle vittime di Corinaldo deve andare avanti, impegnando tutto quel poco tempo utile che rimane dopo il lavoro e la famiglia. Lavorare non solo per superare il lutto, ma anche per rinsaldare una comunità perché possa aumentare il grado di controllo sociale sui ragazzi, sui giovanissimi, sul futuro della società.  

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