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Cronaca

Coldiretti Marche al fianco di Symbola per il Manifesto di Assisi

Al fianco di Ermete Realacci, presidente di Symbola, e di Gino Sabatini, presidente dell'ente camerale unico, anche Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, a testimonianza della vicinanza del mondo agricolo a temi della sostenibilità

L’anima green dell’economia parte dalle imprese agricole capaci di guidare nuove pratiche dal sapore antico e avvalersi di innovazione e tecnologia da mettere al servizio dell’ambiente. Temi davvero cari al mondo agricolo quelli che sono stati analizzati oggi ad Ancona nel corso della presentazione, organizzata da Fondazione Symbola e ospitata dalla Camera di Commercio delle Marche, del Manifesto di Assisi, nato per promuovere un'economia a misura d'uomo contro i cambiamenti climatici.

Al fianco di Ermete Realacci, presidente di Symbola, e di Gino Sabatini, presidente dell'ente camerale unico, anche Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, a testimonianza della vicinanza del mondo agricolo a temi della sostenibilità e della tutela dell'ambiente naturale. Nella nostra regione, secondo uno studio di Coldiretti Marche su dati Istat, la trasformazione agricola verso il biologico e le nuove pratiche produttive ha portato una riduzione dell'uso di fitosanitari del 38% in 10 anni (sopra la media nazionale del 22% in meno) e, nell'ultimo anno, una diminuzione del 12% dei concimi tradizionali alla quale si affianca un aumento del 3% dei biologici. Il tutto mentre aumenta la Sau, la Superficie agricola utilizzata (sopra i 480mila ettari, il 13% in più rispetto al 2013) e con essa gli ettari dedicati al biologico: oltre 98mila con un'incidenza che supera il 20% e piazza le Marche al quarto posto tra le regioni bio, ben al di sopra della media italiana (15%) e della media europea (7%). Ed è proprio in agricoltura che nascono le buone pratiche di riutilizzo, di quell'economia circolare che oggi sta prendendo piede anche negli altri settori economici.

Come la gestione dei rifiuti, ad esempio: oltre ad averne prodotti meno, se ne differenziano circa il 70%. Oggi ogni cittadino marchigiano ne produce annualmente oltre 20 chili in meno rispetto a 10 anni fa e, nello stesso lasso di tempo, anche il compost è quasi raddoppiato arrivando quasi a 6,5 milioni di chili. “L'agricoltura – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - da sempre applica i principi di quella che oggi chiamiamo economia circolare. Il riuso degli elementi naturali è la manifestazione concreta del principio universale per cui nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Questa è l'ennesima dimostrazione di come il nostro settore risponda alle sfide contemporanee  che richiamano sempre di più una maggiore attenzione all'ambiente e alla sostenibilità delle produzioni”. Riutilizzo di materiali alla base anche dell’ingegno di tanti imprenditori agricoli come, ad esempio, Massimo Baldini che ad Ancona produce colori per tessuti da elementi naturali come il giallo dalle foglie e dal fusto del peperone o il verde dalla buccia del melograno, oppure il blu dalla foglia di guado. Stessa cosa fa, sempre con le piante tintoree, Sandra Quarantini a Belvedere Ostrense, vincitrice dell’Oscar Green regionale del 2018, mentre è dal recupero delle acque reflue che Matteo Moglie, vincitore dell’Oscar Green 2019, a Jesi produce e commercializza alga spirulina e fertilizzanti naturali. Ingegno che si innesta in una regione già ricca di biodiversità: ben 36 prodotti con denominazione di origine che vedono impegnati oltre 2700 operatori generano 108 milioni di euro di valore commerciale.

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