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Cronaca

Il grido d'allarme della Cna: «Crollo dei fatturati e crisi profonda, lo scenario è devastante»

Il segretario Andrea Cantori: «Crescente preoccupazione da parte delle imprese: l'una via d'uscita è l'Europa»

La CNA territoriale di Ancona ha promosso in questa delicata fase di emergenza Coronavirus una fase di ascolto dei propri associati. Le telefonate che sono state realizzate hanno messo in luce uno scenario devastante in termini di danni economici. In primo luogo si segnala che la maggior parte delle imprese registrano la perdita di tutto il fatturato del mese di marzo (turismo, eventi e spettacoli, ristorazione commerciale e artigianale, alcuni comparti della produzione alimentare). Grosse perdite di fatturato si registrano in alcuni manifatturieri (argento, assemblaggio) e nei servizi alla persona e alla comunità. Perdite ridotte nel restante manifatturiero fino alla data di chiusura definitiva di questa settimana (stampaggio plastica, meccanica, edilizia). In questi ultimi comparti che hanno lavorato fino alla fine le problematiche si sono iniziate a registrare per i trasporti, il recupero delle materie prime per le lavorazioni, le proteste dei dipendenti.

Tutte le imprese hanno manifestato una preoccupazione crescente basata sulla durata di questo fermo obbligatorio. Tra le domande poste, si chiedeva alle imprese se ritenessero necessario accedere al sistema bancario per fronteggiare la crisi attuale. Al contrario di quanto ci si può aspettare, in particolare per le imprese più piccole, spesso ditte individuali senza dipendenti, queste per la maggior parte facevano registrare una risposta attendista per comprendere meglio l’evoluzione. E’ chiaro, infatti, che più la situazione si protrarrà più la situazione si aggraverà. Da qui sarà necessario un intervento specifico attraverso il proprio consulente. Altro elemento importante di riflessione, sempre per le micro imprese, la necessità di avere da subito l’una tantum prevista di 600 euro: vi sono infatti imprese che vivono materialmente con il fatturato mensile della propria azienda, senza di quello rischiano di non avere i mezzi per pagare le bollette di casa. Quasi tutte le più strutturate invece fanno emergere la problematica dei pagamenti, in particolare ci parlano di lettere che iniziano ad arrivare di pagamenti che saranno posticipati.

«Siamo di fronte ad una sfida inedita, ad una guerra senza né armi né distruzione, ma con la stessa situazione economica – commenta Andrea Cantori, segretario della CNA Agroalimentare e della CNA area Vasta di Ancona –. Seguiamo con apprensione la partita fondamentale per uscire da questa crisi che si gioca in Europa: l’unica via di uscita è nell’Europa perché l’unica che può avere le risorse necessarie al nostro paese. Qui da rilevare la fondamentale prova, forse l’ultima, a cui sono sottoposti i leader EU. Si rileva lo scontro per il MES (fondi però non sufficienti essendo circa 70 miliardi per l’Italia, quando solo a marzo ne sono stati impegnati 25) con Germania e Olanda che vorrebbero vincolare il fondo con politiche successive di tagli (es. Grecia – Troika) e soprattutto Eurobond con la possibilità di condividere il rischio tra i paesi  e reperire i fondi necessari realisticamente – conclude Cantori - Anche su quest’ultima soluzione, candeggiata da Italia – Francia – Spagna, i paesi del nord si oppongo. Oggi dobbiamo essere coscienti che senza l’Europa difficilmente ricostruiremo l’Italia». 

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