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Cronaca Piano / Via Urbino

Riparare le bici e pensare un'altra viabilità: ecco Ciclofficina

E' vero il pensiero diffuso secondo il quale la morfologia di Ancona non consentirebbe di pensare una nuova viabilità? E' possibile una città da vivere in bicicletta? Ecco le ragioni di "Ciclofficina Social Club"

Ancona è una città che si presta ad una viabilità ciclistica? Questione assolutamente aperta. Quel che è certo è che in città, gli appassionati della bici, sia sportiva che come mezzo alternativo al traffico auto, ci sono. Il loro ritrovo è la ciclofficina dell'Ancona Social Club in via Urbino. Una cinquantina di persone, tra attivisti e semplici appassionati, che hanno scelto di vivere la città su due ruote. Ma cos'è la ciclofficina? E' una vera officina per le biciclette, dove chiunque può entrare e, autonomamente, riparare la propria bici con un utilizzo comune e autogestito dello spazio e degli attrezzi. E' anche un luogo aggregativo perché è un posto dove, chi sa di più mette a disposizione il suo know-how nei confronti dei più inesperti. Uno spazio che, senza nascondersi, palesa una base culturale politica. Infatti chi entra nella ciclofficina può leggere sulla porta che questo è uno spazio è “fondato sull'aggregazione ed è profondamente contro ogni forma di razzismo, antifascista e antimilitarista”. Ciò non toglie che tutti sono i benvenuti.

Ciclofficina ha aderito alla campagna nazionale chiamata Salvaciclisti. Una mobilitazione che, nel 2012 ha portato a manifestare a Roma 50mila ciclisti. Il 5 e 6 ottobre scorso Salvaciclisti, insieme Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta), Legambiente e Anci, ha aderito agli Stati Generali della Bicicletta di Reggio Emilia e ha posto sul tavolo della politica una serie di punti da realizzare: messa in sicurezza di percorsi stradali casa-scuola, realizzazione di corsi educativi alla nuova mobilità in particolare ciclistica, avvio di pedibus e bicibus nella scuola primaria da inserire nel Pof, istituzione del Mobility Manager nelle scuole per coinvolgere studenti nella pianificazione urbana.

In particolare, a livello locale, si vuole pensare ad un nuovo modo di concepire la città e la sua mobilità, come spiega Luca Canonici, della Ciclofficina: “In Italia non c'è sviluppo ciclabile e le città non sono pensate per la bicicletta”. Proprio per questo, Marco Talevi ha detto: “La bici è oggi il mezzo più pericoloso”. Loro vorrebbero nella loro città un adeguamento ciclabile delle strade e una nuova progettazione, zone 30 (aree in cui le auto devono andare a 30 km orari per consentire una coesistenza pacifica tra auto, bici e pedoni), dotazioni di stalli bici, sistemi di sharing, incentivazioni nelle aziende per i dipendenti che usano la bici e non solo.

Ma ad Ancona? C'è una pista ciclabile in zona Piano, eppure è utilizzata pochissimo.

“Se viene realizzato un tratto ciclabile e poi c'è un incuria e non viene spinta a livello promozionale, non si riesce a realizzare uno sviluppo ciclabile. Bisogna decidere fin dall'inizio se si vuole dare priorità ai pedoni, ciclisti e trasporto locale o se si vuole continuare con la diffusione dell'automobile […] Se io voglio fare una pista ciclabile, non mi posso fermare alla prima pista e poi non faccio più nulla. Se invece si dà continuità, con una ciclabile accompagnata da zona 30, poi magari si riprende con un'altra ciclabile, sicuramente c'è più incentivo per le persone” ha spiegato Luca.

Cosa si potrebbe fare per Ancona?

“Ragionare dalla base. Pensare: quante persone voglio spostare dal punto A al punto B? Dov'è che si muovono e come posiamo spostare queste persone in un altro modo? In qualche modo allora si potenziano gli strumenti che sono ciclabili e trasporto locale. Qualcosa su cui si potrebbe cominciare a ragionale è il trasporto intermodale: pensare di combinare il trasporto pubblico con la bicicletta”.

Molti sostengono che sarebbe infattibile ad Ancona perché è una città di sali e scendi.

“Noi una cosa che vogliamo è la bici più bus. Cioè la possibilità di caricare la bicicletta in autobus. Abbiamo già inoltrato la richiesta ad Conerobus. E' una delle strade che vogliamo intraprendere perché se ci ragioniamo un attimo, la zona di Ancona è quella che va dal Piano alla stazione, agli Archi, poi da lì si sale al teatro delle Muse e poi fino al Passetto. E' un po' questa la zona pianeggiante e centrale, compatibile con la bici. Vorremmo dare la possibilità di avere una ciclabilità su tutta questa zona, ma anche il discorso treno più bici e poter caricare sull'autobus la bici perchè io posso venire dal Pinocchio o Posatora a piazza D'Armi e poi da lì farmela in bici” ha spiegato Marco Talevi.

In alcune zone di Ancona la pista ciclabile o la pedonalizzazione vengono viste come antitetiche al commercio locale. Che ne pensate?

“Andando in bicicletta, a differenza dell'automobile, si coglie di più un'offerta al volo perché c'è più modo di soffermarsi di fronte ad una vetrina. Io da quando uso la bici faccio molta più spesa nel mio quartiere residenziale piuttosto che in altre zone, facendo più chilometri” ha risposto Luca.

Quelli di ciclofficina se dovessero scegliere  una cosa subito per la città dorica, non avrebbero dubbi: più bici sui bus. Nel frattempo che la cosa si realizzi, sono diverse le iniziative in programma, che si possono ritrovare nel sito ciclofficinasocialclub.blogspot.it. Il prossimo 12 maggio ci sarà “Bici in città”: Ancona sarà presa d'assalto dai ciclisti che si godranno in massa la città sulle 2 ruote. Il prossimo 2 Giugno ci sarà la “Biciclettata adriatica”: evento in cui i ciclisti partiranno da Ancona, mentre altri partiranno da Rimini, dandosi appuntamento a Fano.

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