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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Senigallia

Assoldava braccianti con paghe da fame e orari inumani: lo sfruttatore torna in città

La polizia aveva scoperto il giro di sfruttamento nelle campagne. L'uomo era destinatario del divieto di dimora in provincia di Ancona ma, nonostante questo, è tornato

SENIGALLIA – Nonostante non potesse più mettere piede in provincia di Ancona ha provato comunque ad entrare in città. Così ad un pakistano colpevole dell'odioso reato di caporalato è stato proibito di rientrare in Italia. L’uomo, infatti, aveva messo in piedi una struttura complessa e sfruttava i lavoratori facendoli lavorare nei campi per ore e ore senza sosta in condizioni disumane. Il tutto avveniva per un numero di ore superiore a quanto indicato nei contratti ed in alcuni casi i lavoratori erano irregolari. Poi, quando staccavano, questi poveri lavoratori erano costretti a dormire in cinque in una stanza in mezzo a sporcizia.

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La vicenda, che risale al 2019, era stata scoperta in seguito alle precise indagini della polizia. Da lì, nel 2020, era scattata l'ordinanza del Gip che aveva predisposto la custodia cautelare in carcere per due persone pakistane. Uno era stato arrestato e condotto a Montacuto, mentre l’altro era rientrato nel suo paese d’origine. Qualche giorno fa, però, quest'ultimo è tornato in Italia e, al momento dell’arrivo, i polizotti hanno scoperto che non poteva trovarsi lì perché destinatario del divieto di dimora in provincia di Ancona. Dunque, è stato rispedito indietro. Non potrà far rientro in provincia di Ancona e neppure a Senigallia, dove, al tempo, aveva costituito e svolto l’attività illecita.

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