«E' troppo grasso per fare danza», il prof umilia il ragazzino: esposto dei genitori
La vicenda è accaduta prima delle vacanze di Natale. A pronunciare quelle parole una professoressa. I genitori sono infuriati
OSIMO - Nonostante la giovane età aveva praticato molti sport, calcio incluso. Ora ad 11 anni voleva iniziare una nuova esperienza, quella della danza e ne aveva parlato con i suoi compagni di classe e con un suo professore. Fin qui nulla di strano se non fosse che proprio quest'ultimo, invece di incitare lo studente a coltivare la sua passione, aveva deciso di umiliarlo, parlando in sua assenza davanti ai compagni di classe: «La danza non è uno sport da maschi, il calcio lo è. La danza? E che sport è.. Poi lui è pure grassoccio e non mi sembra così leggiadro». A dare la notizia Il Resto del Carlino.
Parole, come racconta la madre, che hanno fatto breccia nella sua testa. Si, perchè al rientro in classe i suoi compagni gli hanno raccontato tutto: «Sai che ti ha detto il prof? Che sei ciccione e non puoi fare danza». I suoi genitori lo hanno visto rientrare a casa con gli occhi gonfi di lacrime. La prima cosa che ha fatto? Andarsi a pesare sopra la bilancia per capire se il suo fosse un reale problema: «Mamma, è vero che sono grasso e non posso fare danza?». A quel punto la donna è corsa presso l'istituto chiedendo un incontro con il professore ed il dirigente scolastico. E' stata proprio la preside però a negarlo, specificando che non sarebbe stato possibile per una questione didattica.
Nel frattempo il giovane studente è tornato a scuola, ma nonostante gli ottimi risultati qualcosa in lui è cambiato. «Se non è bullismo questo - commenta la mamma - allora cos'è? Dopo due tentativi sono riuscita a parlare con il professore che mi ha risposto che non ha intenzione di chiedere scusa. Afferma che i bambini hanno esagerato e che era una battuta scherzosa. Ora mio figlio ha l'angosica di non dover più mangiare altrimenti ingrassa e di non poter più fare danza moderna. Ancora qualche compagno sghignazza di lui. E' una sensazione orrenda che da genitori non posso accettare. Mi rivolgerò al provveditorato con un esposto».