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Cronaca Ponterosso / Via Varano

Strada devastata dalle buche, ripercussioni sull'imprenditoria: «Perdiamo clienti, il Comune ci aiuti»

La strada in questione è un collegamento vicinale, dunque una via fuori dal centro abitato, costruita su un suolo privato ma ad uso pubblico

Le buche ad Ancona sono un problema da molto tempo. Seppur ridimensionato dalla “cura Mancinelli” somministrata col denaro della causa Longarini, dopo l’ultima nevicata, l’asfalto si è nuovamente spaccato in diverse zone della città. Una prova per gli ammortizzatori delle auto degli anconetani come anche per la schiena degli scooteristi. In alcuni casi un vero disagio per chi ha avuto la sfortuna di spaccare uno pneumatico se non addirittura il cerchione della macchina, come accaduto di recente al candidato anconetano alle scorse elezioni Politiche l’avvocato Stefano Benvenuti Gostoli. Non è una tragedia per qualcuno, ma adesso le buche iniziano anche a diventare un problema serio per chi ha un’impresa locale e, per natura della propria attività imprenditoriale, si trova ad operare nelle frazioni perché, in via del Pozzo, la strada che collega Varano a Montacuto, ci sono almeno due imprese che chiedono aiuto. Per loro non è questione di un sobbalzo di troppo mentre sono alla guida del loro mezzo: la criticità arriva al nervo del lavoro con ripercussioni sulla produttività e sull’economia locale. 

Il primo a farcelo presente è Luca Lanari, titolare dell’omonima azienda vinicola: «Per quanto mi riguarda questa strada è un problema serio. Io qui ho un’azienda e un punto vendita e sto sistematicamente perdendo clienti perché preferiscono andare a comprare il vino da un’altra parte evitando di rompere la macchina. E come biasimarli? Vedo che i clienti vengono una volta, una seconda, poi alcuni hanno rinunciato. Poi dopo l’ultima nevicata l’asfalto è diventato una cosa oscena». L’imprenditore dorico si riferisce sopratutto al primo tratto della strada, cioè dal punto a metà tra l’agriturismo La Rosa Del Conero e l’ingresso del paese Montacuto e la metà di via Pozzo. Lì dove ora ci sono anche delle fogne a cielo aperto. Un problema anche per Massimo Bolognini di “Verde Vita” che produce frutta e verdura con le tecniche dell'agricoltura biologica: «Questa è una strada impraticabile, forse solo i trattori possono passare. Noi forse ancora non abbiamo ripercussioni sulla clientela ma per i nostri mezzi è impossibile passare nella zona bassa seppur più vantaggioso. Allunghiamo il tragitto e passiamo per Varano paese però bisogna fare qualcosa. La soluzione è trasformarla in strada comunale così da poter permettere la gestione all’amministrazione pubblica».

La strada di nessuno, dimenticata tra voragini e rivoli d'acqua - VIDEO

Infatti la strada in questione non è diretta amministrazione del Comune di Ancona perché si tratta di un collegamento vicinale, dunque una strada fuori dal centro abitato, costruita su un suolo privato ma ad uso pubblico. Infatti le alternative sarebbero due. La prima quella di recintarla, visto che qualcuno teme di doverci rimettere il giorno in cui dovesse succedere qualcosa di grave in quella strada. Ma la via più percorribile è quella della creazione di un consorzio tra privati in cui entrerebbe anche il Comune come finanziatore per aiutare così i residenti nella manutenzione. Il problema è che non tutti sono disponibili ad aprire il portafoglio perché, soprattutto per chi vive vicino al centro di Varano, il problema si aggira passando a monte per uscire dal paese. 

Buche nella strada che collega Montacuto a Varano

«Era meglio quando era strada bianca perché era più facile da contenere - dice Ugo Pasquini, residente - L’ultima volta che l’hanno sistemata risale a circa 15 anni fa ma hanno fatto peggio perché hanno allargato i bordi dell’asfalto dove adesso scorre l’acqua. Sarebbe opportuno intervenire quanto meno per riportarla ad uno stato decente». Residente è anche Roberto Gatti che ha detto: «C’è la parte da Montacuto in poi in condizioni disastrose, in certi momenti le buche sono vere voragini dove è pericoloso passare ed è per questo che siamo costretti ad uscire da qui passando per Varano, allungando di diversi chilometri perché dobbiamo arrivare allo stadio per poi andare alle Grazie quando in un minuto potremmo passare per il carcere. Il consorzio? Se ci fosse un’organizzazione ci si potrebbe fare un pensiero, se ne è parlato ma l’idea è sempre caduta nel vuoto perché non ci organizza e si pensa sempre troppo spesso ai singoli conti».

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