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Cronaca

Botte alla moglie con il manico della scopa: «Vai a morire non ti voglio più vedere»

A processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate un 54enne. Se la prendeva con la donna, madre di quattro figli, per le condizioni economiche precarie

ANCONA - Un incubo durato tre anni e finito solo quando nel 2019 ha sporto denuncia. Così una 44enne, di origine egiziana, mamma di quattro figli, ha trovata la forza di allontanare il marito violento che ora è a processo davanti al giudice Pietro Merletti per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Ieri mattina in tribunale il dibattimento si è aperto ascoltando i primi testi dell’accusa, due poliziotte che hanno partecipato alle indagini. Una, della Scientifica, ha riferito sui segni delle percosse che l’uomo, 54 anni, egiziano anche lui, aveva inferto sulla moglie quando la picchiava. L’imputato, un pescatore, difeso dall’avvocato Giacomo Curzi, non era in aula ma ha sempre respinto le accuse.

Diversi gli episodi contestati dalla Procura e che si sarebbero consumati tra l'estate del 2016 e l'estate del 2019. Il primo sarebbe accaduto durante un litigio per motivi economici. L'uomo l'avrebbe presa a schiaffi e poi a calci sulla pancia. Ci sarebbe stato anche un tentativo di strangolarla, che le ha causato lesioni al collo e una prognosi di 5 giorni. Il fatto risale ad agosto 2019 e mettendole le mani al collo l'avrebbe anche minacciata così: «Muori, non ti voglio più vedere» apostrofandola anche come una poco di buono. Offendendola che era sporca un giorno l'avrebbe anche bastonata con il manico di legno della scopa e qualche settimana dopo l'avrebbe picchiata con un mestolo di legno. Prossima udienza il 5 luglio.

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