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Cronaca

Blue Whale, almeno 4 casi di autolesionismo al Salesi: allerta per i giovani

Una ragazzina di 13 anni è ricoverata al pediatrico dorico ma nei giorni scorsi ci sono stati altri casi che destano sospetti. Al Salesi è stata mobilitata l'unità di crisi, composta da vari medici

Tagli sulle braccia o sulla coscia. Autoinferti con lamette. E il silenzio alle domande dei medici sul come e il perché si sono feriti. Sarebbero almeno quattro i ragazzini, tutti attorno ai 10 anni, che si sono presentati nell'ultimo mese, assieme ai genitori, al pronto soccorso del Salesi con ferite di questo genere. Difficile collegarli direttamente con il fenomeno della Blue Whale, il macabro rituale social che avrebbe condotto circa 150 ragazzini russi al suicidio. Chi vi partecipa viene agganciato dai cosiddetti "curatori" che assegnano al giocatore vari compiti. Tagliarsi sulle braccia, alzarsi durante la notte per visionare filmati terrificanti, musica triste. Finché, dopo 50 giorni, non si chiede al giovane di gettarsi dal palazzo più alto della propria cittadina. Nei giorni scorsi, sempre al Salesi, è arrivata dalla provincia di Pescara una ragazzina di 13 anni che ora si trova ricoverata in Neuropsichiatria. A dare l'allarme sono stati i genitori avvertiti, a quanto pare, dalle compagne di scuola. Al Salesi è stata mobilitata l'unità di crisi, composta da medici di varie specializzazioni, per valutare il caso in ogni suo aspetto. La 13enne sarebbe stata fermata proprio prima di tentare il gesto estremo.

Il condizionale, parlando di Blue Whale, è d'obbligo visto che proprio sul web si moltiplicano le voci che ritengono il fenomeno (che in Italia sta suscitando parecchio clamore a seguito di un servizio televisivo della trasmissione Le Iene che ha individuato a Livorno il primo potenziale caso) un'enorme bufala. Verità o caso mediatico artefatto, c'è preoccupazione e giustificata precauzione. Anche perché, senza bisogno di tirare in ballo balene, nella darknet, la parte più oscura e sommersa dell'Internet, non sono rare chat che fanno incontrare persone con tendenze suicide, alimentandone le intenzioni. Stesso discorso per quanto riguarda l'anoressia. Luoghi virtuali che sfociano nei cosiddetti "suicide apartment" che incitano le persone che lo frequentano al gesto estremo. I casi di autolesionismo precedenti all'arrivo della 13enne ora ricoverata non sono stati immediatamente catalogati come riconducibili alla Blue Whale. Tuttavia, alla luce di quanto emerso, un collegamento è quantomeno da prendere seriamente in considerazione.

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