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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Benessere organizzativo negli ospedali riuniti, i risultati dell'indagine: l'idea di un nido aziendale

«Un nido aziendale per i figli dei dipendenti? Non sarà facile, non vogliamo illudere nessuno ma stiamo valutando che ci siano i presupposti normativi» ha detto il da Marano

Mobbing, discriminazioni e percezione del rischio sono ben note cause di malessere lavorativo, con ricadute talvolta gravi, soprattutto nei contesti di cura. Per questo negli ultimi anni le Aziende Sanitarie Ospedaliere hanno posto particolare attenzione al benessere organizzativo, nella consapevolezza che l’esito della mission aziendale è sempre più collegato al benessere psico-fisico e sociale dei professionisti che ci lavorano. «Quello che emerge è una netta inversione di tendenza rispetto al passato nel quale il luogo comune era la demotivazione degli operatori della nostra struttura - ha detto il direttore generale Michele Caporossi - Oggi a quella demotivazione diffusa si sta sostituendo un pensiero positivo ed è la migliore notizia possibile per le famiglie e i pazienti che si rivolgono alla nostra struttura ospedaliera».

Infatti gli Ospedali Riuniti di Ancona hanno avviato nella primavera 2017 un’indagine approfondita sul Benessere Organizzativo che ha visto coinvolto tutto il personale dipendente, per far luce sulla qualità della vita e delle relazioni nei luoghi di lavoro, nonché sul modo in cui i dipendenti si sentono valutati e valutano i loro superiori. I dati di partecipazione all’indagine, pari al 24% della popolazione lavorativa (777 dipendenti su 3283), sono di poco superiori a quelli fatti registrare in simili iniziative presso altre organizzazioni del comparto salute marchigiano (ASUR, Marche Nord, INRCA). Nel complesso i risultati mostrano una polarizzazione dei giudizi sul versante positivo. Alta soddisfazione è stata espressa in relazione alla sicurezza ambientale, rispetto per la persona e relazioni interpersonali, caratteristiche del lavoro. Le dimensioni meno soddisfacenti riguardano l’equilibrio percepito tra impegno e retribuzione, i flussi comunicativi interni, il sistema di valutazione della performance. «Scegliere strumenti come i contratti part-time e lo sportello con lo psicologo del lavoro si è rivelato vincente - ha detto il direttore amministrativo Antonello Maraldo - . Gli strumenti che abbiamo scelto stanno funzionando e voglio sottolineare come la negatività del tentato sciopero del blocco operatorio contrasti pesantemente con i risultati di questa ricerca perché il clima di questo ospedale non è quello dettato da una sigla sindacale».

Ma quali sono le principali richieste dei lavoratoti all’azienda? Un orario più flessibile, una programmazione dei turni più condivisa, convenzioni con servizi di cura per familiari non autosufficienti  ma soprattutto servizi per la prima infanzia (un nido aziendale). «Ad una maggiore flessibilità degli orari del lavoro stiamo rispondendo, mentre per qualto riguarda l’idea del nido aziendale, posso dire che non è escluso perché il 18% degli intervistati lo mette al primo posto delle necessità lavorative. Non sarà facile, non vogliamo illudere nessuno ma stiamo valutando che ci siano i presupposti normativi». Dunque saranno avviate azioni di miglioramento in relazione alla valorizzazione del merito, al coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni aziendali che li riguardano ed al rafforzamento dei sistemi di comunicazione interna come strumento di compartecipazione. Nel desiderata della popolazione lavorativa trovano spazio anche il potenziamento di quegli strumenti/servizi volti a una migliore conciliazione vita lavorativa-vita familiare, con un’attenzione particolare alla cura dei figli in età pre-scolare e al supporto dei familiari non auto-sufficienti. 

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