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Cronaca

Avvocati dorici su prescrizione: “Non noi a frenare i processi, chi avalla la legge ammette sconfitta”

I rappresentanti della Camera Penale di Ancona, che tornano sulla questione della prescrizione per cui avevano già manifestato in occasione della inaugurazione dell'anno giudiziario

"Concordiamo circa l’esigenza di preservare un minimo di decenza intorno al dibattito relativo alla così detta “sterilizzazione” della prescrizione, conseguente alla nota Legge Bonafede. Ma la decenza nel dibattito deve essere mantenuta da tutti i contendenti. Per evitare che la discussione degeneri in sterili slogan è necessario capire quale è la situazione effettiva concreta. Lasciatevelo dire anche da chi ogni giorno entra in un aula di giustizia. Del resto in quelle aule non trovate solo magistrati ma anche avvocati". A dirlo sono i rappresentanti della Camera Penale di Ancona, che tornano sulla questione della prescrizione per cui avevano già manifestato in occasione della inaugurazione dell'anno giudiziario. 

"In primo luogo gli Avvocati Penalisti, e con loro l’Unione delle Camere Penali Italiane sono sempre stati a favore di un processo rapido, in nome proprio di quei principi di tutela delle esigenze della Difesa. (sia dell’imputato sia della parte offesa), di concentrazione e di ragionevole durata del processo penale di cui agli artt. 27 e 111 della Costituzione. E’ un obiettivo per il quale ci battiamo da anni e continueremo a batterci. E dunque ciò è l’esatto contrario di quanto si va scrivendo e dicendo. Ma c’è di più. Ci sono ragioni anche meno nobili per sostenere quanto detto: infatti la dilatazione dei tempi del processo allontana inesorabilmente anche il momento in cui avverrà pagamento dei nostri compensi professionali che ci spettano per il lavoro svolto. Secondo poi, congelare il corso della prescrizione dopo l’emissione della sentenza di primo grado non serve a risolvere alcuno dei problemi “veri” che affliggono il sistema giustizia e in particolare il settore penale. Forse sarà sfuggito a molti che in un buon numero dei processi la prescrizione matura già in fase di indagini preliminari, dove, l’avvocato svolge un ruolo quanto mai residuale essendo questa fase esclusivamente governata da pm e Gip. L’effetto di ciò è che buona parte dei reati si prescrivono ben prima che venga emessa la sentenza di primo grado. Questi sono dati possono essere verificati con un minimo sforzo e quindi non staremo qui ad annoiare con i numeri. Deve essere chiaro che il rinvio di qualunque udienza per impedimento del difensore o dell’imputato sospende il decorso del termine della prescrizione come pure l’astensione (c.d. sciopero) dalle udienze. Basta leggere il codice penale vigente per verificare questa notizia. Deve essere chiaro che l’irreperibilità dell’imputato sospende il termine prescrizione. Anche per verificare questa notizia basta leggere il vigente codice di procedura penale. Deve essere chiaro che già ben prima dell’intervento della c.d. “riforma Bonafede” il codice penale sospende il decorso del tempo della prescrizione sia dopo l’emissione della sentenza di primo grado che dopo l’emissione di quella di secondo grado per un tempo determinato. Anche questa notizia può essere verificata andando a leggere il codice penale. Deve essere chiaro che per un magistrato, serio, avallare una riforma come quella in atto è ammettere una sconfitta. Quindi, piuttosto che introdurre argomenti benchè suggestivi smentiti da dati oggettivi, dovrebbe essere data una informazione completa facendo presente che anche molti magistrati hanno assunto una posizione fortemente critica rispetto a questa riforma. La soluzione ai problemi della giustizia non passa attraverso la sospensione della prescrizione voluta dall’attuale Ministro. I problemi sono altri e noi Avvocati, che tutti i giorni entriamo in un Tribunale o in una Corte di Appello della Repubblica, li viviamo e li subiamo. Anche la Camera Penale di Ancona, insieme agli iscritti all’ordine anconetano, ha manifestato davanti al Palazzo di Giustizia di Ancona in occasione della inaugurazione dell’Anno Giudiziario il giorno 2 febbraio 2020 per denunciare la grave carenza di personale e il disfunzionamento degli uffici giudiziari diventato ormai insostenibile. E in maniera civile e convinta abbiamo manifestato anche dentro il Palazzo di Giustizia dando pubblica voce al fatto che la Giustizia, compresa quella anconetana, può funzionare se il Ministero copre i ruoli degli uffici che ad Ancona, attualmente, sono scoperti per percentuali che si avvicinano al 50%. Problema che affligge uffici di competenza distrettuale: Corte di Appello, Procura Generale, Tribunale, Procura della Repubblica, Tribunale di Sorveglianza, Tribunale per i Minorenni. Ciò comporta, qui ad Ancona, l’apertura a singhiozzo di uffici che debbono garantire servizi essenziali o in alternativa una grave lentezza nella risposte alle istanze più elementari. Quello che funziona ad Ancona è rimesso alla dedizione dei pochi dipendenti rimasti che si sobbarcano un carico di lavoro impressionante svolgendolo con infaticabile senso del dovere. La situazione di Ancona rappresenta un male cronico ed irreversibile ed è un esempio che in piccolo ricapitola il tutto. Quello che accade ad Ancona rappresenta quanto accade in tutto il paese. Non si può pensare di rendere veloce il processo penale se lo Stato non investe denaro nel settore giustizia implementando le risorse affinchè si avvii un serio processo di digitalizzazione e assumendo personale; quel personale che ha il pregio, ad esempio, di trasportare un fascicolo processuale da un ufficio all’altro per consentirne l’istruzione. Il degrado in cui versa la Giustizia anconetana e quella italiana è un problema che riguarda anche quegli Avvocati che con abnegazione ed entusiasmo ancora esercitano la loro professione in difesa dei singoli imputati e parti lese e attraverso la loro funzione rappresentano un puntello della nostra democrazia. Prima di sciorinare sfrondoni sulla prescrizione è bene informare la pubblica opinione dicendo che lo Stato non è in condizione di fornire servizi essenziali. E’ persino ridicolo riempirsi la bocca sulle diatribe sulla prescrizione o sulla sua abolizione oppure ancora sui tempi del processo in una situazione come questa. Per capire e discutere occorre prima ancora conoscere sul campo e no con il paraocchi la situazione di collasso in cui tutti ci troviamo".

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