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Cronaca

Api avvelenate, è strage: «Il primo raccolto della stagione è già compromesso»

Troppi insetti trovati morti ai piedi degli apiari. Gli apicoltori lanciano l'allarme

Insetti senza vita ai piedi degli apiari, alcuni tremolanti e moribondi. Il sintomo è quello classico da avvelenamento da pesticidi e da alcuni giorni tra Pietralacroce, Villa Romana e Montacuto gli apicoltori dell’associazione ProPolis parlano apertamente di strage. Tra lunedì e martedì la moria ha interessato cinque apiari e tre casi sono stati segnalati ai veterinari dell’ Asur e all’Istituto zooprofilattico che ha provveduto a una serie di campionamenti. Nel giro di due settimane si saprà cosa ha ucciso gli esemplari anche se le conseguenze si fanno già sentire. «Il lavoro è duro e sapere che il primo raccolto della stagione è già mezzo compromesso dà molto fastidio» ha spiegato Marco Lorenzini, presidente di ProPolis, che ha ricordato anche le conseguenze per l’ecosistema: «Le api da alveare sono allevate dall’apicoltore ma per quelle selvatiche, che sono autrici dell’impollinazione della flora, la situazione è ancora più a rischio e alcuni esemplari sono già estinti. Le conseguenze si vedono anche nell’inquinamento delle falde acquifere e ai danni per i piccoli mammiferi, tutta roba di cui ci si accorgerà di più in futuro». C’è anche l’aspetto personale: «Vedere morire l’animale che curi è molto fastidioso». 

Tra le ipotesi degli esperti, al momento, prevale quella dell’avvelenamento accidentale causato dall’uso di insetticidi, erbicidi o glifosato dirottati dal vento. «Questo ce lo fa pensare il fatto che nei giorni precedenti c’è sempre stato molto vento- spiega Lorenzini- insieme ad altri dettagli come il fatto che le api sono state trovate ai piedi degli apiari. Questo può dimostrare che non sono morte sul campo ma hanno avuto il tempo di tornare nell’alveare per poi essere spinte fuori dalle sorelle sane che proteggono il nido». La sostanza micidiale avrà un nome entro una quindicina di giorni, intanto ProPolis rilancia l’appello a vietare l’uso di pesticidi: «Siamo delusi dal fatto che nel parco del Conero non ci sia un minimo di limitazione a uso di queste sostanze- prosegue il presidente- Abbiamo una riserva di biodiversità importante dove non si possono raccogliere piante, si tutelano gli animali ma dove allo stesso tempo si possono usare i pesticidi. Questo ci scoccia abbastanza, per noi non andrebbero usati da nessuna parte ma nell’area del Parco ancora meno. Non sta in cielo né in terra il fatto che senza la chimica non si fa agricoltura». 
 

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