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Cronaca

Festa della donna: violenza di genere, forze dell’ordine primo presidio

Purtroppo ancora oggi i reati legati alla violenza di genere ci sono e, nella provincia di Ancona, sono in aumento. I servizi sociali subiscono tagli pesanti, e il primo baluardo diventano spesso polizia e carabinieri

Festa della donna, ma forse ci vorrebbero meno auguri e più cultura che vada nella direzione del rispetto delle donne nella nostra società. Sì perché ancora oggi i reati legati alla violenza di genere ci sono e, nella provincia di Ancona, sono in aumento. Lo dicono i numeri della procura della Repubblica dorica. C’è dunque bisogno di una sempre maggiore attenzione al fenomeno della violenza di genere e, secondo fonti della procura, c’è stata una mutazione dei protagonisti che hanno il compito di vigilare sui casi a rischio. Se da una parte avrebbe perso terreno il ruolo dei servizi sociali, a causa purtroppo dei pesanti tagli agli enti locali, è invece aumentata sempre più la presenza delle forze dell’ordine, che tutti i giorni sono in prima linea per intervenire laddove si denunciano situazioni critiche o al limite della legalità.

Come ad esempio gli agenti delle volanti e i poliziotti di quartiere, coordinati dal vice questore aggiunto Cinzia Nicolini: “Dico sempre che siamo il pronto soccorso di un ospedale, l’occhio critico del poliziotto che interviene su un fatto. L’intervento ha un buon fine se il sintomo viene curato bene. Significa che se si interviene anche solo per una identificazione, il poliziotto comunque non si limita a quella e osserva. Cerca di capire il perché di una lite familiare, guarda la casa, l’abbigliamento, i tanti fattori che possono comunicare una realtà diversa da quella descritta dai soggetti perché la vittima può fare marcia indietro per paura o perché pensa che si possa risolvere tutto in famiglia” ha spiegato la Nicolini.

Insomma quando arrivano le chiamate alla centrale del 113 e gli agenti vanno sul posto diventa fondamentale la capacità  di captare quei particolari che possono far capire in che contesto familiare sono capitati. “Si guarda la persona e l’ambiente. Se veniamo accolti in una stanza in cui ci sono cose prettamente maschili, quello può suggerirci la preponderanza dell’uomo. Come si presenta la donna, il modo di vestire, il modo di parlare e di guardare l’altro, ci dice tutto sul suo stato d’animo”. Insomma da un semplice controllo possono emergere fattori che poi la dottoressa Nicolini relaziona e, eventualmente, segnala direttamente alla Procura. “Quando si interviene per un ‘mal di pancia’ cerchiamo di capire se era solo un dolore passeggero o se si possa trattare di una peritonite” ha parafrasato la Nicolini.

MALTRATTAMENTI E STALKING: I NUMERI. E di 'peritoniti', per seguire la metafora medica del capo delle volanti anconetane, ne vengono ancora diagnosticate troppe oggi. Lo dicono in numeri della procura dorica. Sempre di più sia i casi di maltrattamenti che quelli di stalking. Mentre i primi sono aumentati da 135 a 167, dal 2010 fino al 2013. I secondi sono aumentati da 110 nel 2010 a una media annua di 150 negli anni 2012 e 2013. Per quanto riguarda i maltrattamenti in famiglia, i casi segnalati sono stati 135 nel 2010, 122 nel 2011, per poi aumentare con 160 casi nel 2012, fino a 167 segnalazioni nel 2013. Numeri questi che non corrispondono tutti a denunce formali. E’ d’obbligo precisare che quei 167 casi sono in parte denunce e in parte segnalazioni, su cui gli inquirenti stanno tutt’ora indagando. In particolare lo stalking sta prendendo una brutta piega, perché si configura spesso in quei casi di coppie che sono in fase di separazione, un campanello di allarme che pone l’accento su come questo reato possa maturare in quei casi in cui gli uomini non accettano una separazione o la fine di una relazione.

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