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Cronaca

«Devi avere paura», studentessa sequestrata porta alla luce la truffa delle supercar

4 arresti per vendite fasulle di supercar online. A far scoprire tutto è stata una studentessa usata come prestanome, minacciata e accompagnata con la forza a prelevare i soldi

«I soldi li devi restituire adesso, non te la devi prendere comoda perché se poi loro ti fanno del male tu devi avere paura. Prima di avere l’incidente devi mettere la cintura, io ti sto dando un consiglio». Iniziava con minacce come questa l’incubo delle giovani studentesse avvicinate dalle donne che facevano parte della banda di truffatori on line. Una delle malcapitate è una studentessa 26enne anconetana che, dopo essere stata minacciata, è stata scortata dalle due donne dell’organizzazione fino all’ufficio postale di XXIV per prelevare e consegnare i 26mila euro transitati sul suo conto corrente. E’ andata male alle malviventi, perché la denuncia fatta tre giorni prima dalla ragazza ai carabinieri della stazione di Brecce Bianche ha portato all’arresto delle donne in flagranza di reato e messo a nudo quel sistema di truffe online accompagnato da episodi di estorsione. In manette sono finite complessivamente 4 persone. Oltre alle donne, una 39enne romana domiciliata ad Ancona e una 32enne rumena, i carabinieri hanno arrestato anche i due presunti ideatori del sistema, due 28enni residenti a Pordenone. Tra le varie accuse, il gruppo risponderà anche di sequestro di persona a scopo di estorsione. 

Il modus operandi

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le due donne avvicinavano giovani ragazze in diverse parti d’Italia, perlopiù studentesse che loro stesse conoscevano direttamente, chiedendo loro la disponibilità ad incassare del denaro per proprio conto. In cambio di quello che veniva chiesto come un favore personale alle giovani veniva promessa una percentuale. Ottenuto l’ok delle ragazze, si mettevano in moto i due 28enni che con i nickname “Marco” e “Giorgio” mettevano online sul portale Subito.it mettevano in vendita supercar inesistenti a prezzi stracciati. Ferrari, Porsche e BMW a cifre molto (troppo) basse. A chi manifestava interesse veniva chiesto di fotografare e inviare via Wathsapp un assegno circolare come prova della reale volontà di acquisto. L’assegno, intestato a una delle ragazze prestanome, veniva poi clonato. A quel punto le ragazze dovevano solo presentarsi in banca e incassarlo. Il problema iniziava qui. Le donne dell’organizzazione pretendevano l’intera somma arrivando a minacce e sequestri di persona. 

«Hanno il tuo nome e la tua via»

Il caso clou è proprio quello che il 6 febbraio ha coinvolto la 28enne anconetana. La giovane è stata avvicinata sotto la sua abitazione di Tavernelle e una delle due malviventi le ha esplicitamente fatto presente che: «Se quei soldi non arrivano dove devono arrivare succede un casino, perché loro hanno il tuo nome e la tua via». La giovane è stata quindi forzatamente accompagnata all’ufficio delle Poste centrali per prelevare i 26mila euro versati da un imprenditore veneto per l’acquisto di una BMW X4 inesistente. Il prelievo però non è andato a buon fine perché la studentessa tre giorni prima si era rivolta ai carabinieri che hanno bloccato la carta di credito. Le donne sono quindi state arrestate in flagranza di reato. Il 21 marzo le manette sono scattate anche per i due 28enni. I carabinieri di Brecce Bianche e della Compagnia di Ancona hanno accertato altri 5 casi tra il capoluogo marchigiano e il Veneto. 

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