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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Montemarciano / Via dell'Industria

Business del piombo, padre e figlio in manette: rubavano batterie usate e copertoni

Sorpresi in flagrante dai carabinieri, avevano caricato decine di pezzi sul loro camion

Sono stati sorpresi a rubare batterie e copertoni di autocarri: in manette sono finiti un autotrasportatore romeno di 45 anni e il figlio 19enne. L’operazione è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Senigallia: sono accusati di furto aggravato in concorso. Sono stati bloccati nel tardo pomeriggio di lunedì, 1° luglio 2019, nel Centro Ambiente della Rieco a Montemarciano. 

L'arresto 

Una pattuglia dei carabinieri di Montemarciano, mentre percorreva via dell’Industria, ha notato un autoarticolato all’interno dell’area di stoccaggio dei rifiuti speciali della ditta. A quell’ora, tuttavia, l’impianto è chiuso e non è possibile conferire rifiuti. Peraltro il mezzo, un Volvo FH, non era della ditta concessionaria e pertanto non poteva conferire i rifiuti nel Centro. I militari quindi si sono diretti verso l’area in questione per eseguire un controllo. Appena arrivati a ridosso della struttura, si sono accorti che la rete metallica della recinzione era stata tagliata per consentire l’ingresso del mezzo pesante. Sul piazzale, invece, erano all’opera un uomo e un giovane intenti a caricare nel semirimorchio delle batterie esauste che si trovavano accantonate nel deposito. I due sono stati fermati e identificati: padre e figlio romeni, in transito in Italia. Il bilico, di proprietà di una ditta di trasporti romena, trasportava cerchi di varie misure per autoveicoli, che erano stati regolarmente caricati in un’azienda del centro e destinati in Romania. Nel tragitto di rientro, il 45enne, autista del mezzo, si era fermato nell’area di stoccaggio per rubare le batterie esauste e alcuni copertoni usati di varie misure, facendosi aiutare dal figlio.

Il nuovo business del piombo 

Una nuova tecnica, infatti, sta invadendo il mercato nero, quella di rubare le batterie esauste per rivenderne il piombo. In genere viene pagato 70 centesimi al chilo, chi lo acquista lo paga al massimo 35 centesimi. Ma solo se è piombo buono, cioè pulito. Le batterie esauste, classificate come rifiuto pericoloso - tossico e nocivo per la loro alta percentuale di piombo e acido solforico - vengono rubate e difficilmente sono piazzate in zona. Fanno un bel viaggio, in questo caso verosimilmente in terra romena, dove l'acido e la plastica di contorno vengono smaltite. La “moda” dei furti di batterie esauste è iniziata pian piano, con colpi messi a segno a macchia di leopardo, in sordina, ma a quanto pare sta diventando un fenomeno diffuso. Le batterie, per la loro pericolosità, per le esalazioni ed eventuali perdite, vengono stoccate in cassonetti appositi collocati fra l'altro in zone areate. Riciclare il piombo adesso vale qualcosa di più del ferro. Ogni batteria pesa più o meno 10 chili, insomma, non si è trattato di un furto casuale. La batteria ha una sua "vita", una volta esausta l'elettrauto attiva una procedura di smaltimento che prevede il prelievo da parte di ditte specializzate che le ritirano e poi le conferiscono al consorzio nazionale che si occupa dello smaltimento. La procedura intera prevede un registro di entrata ed uscita, da parte di tutte le componenti coinvolte nel ciclo del rifiuto speciale. Le batterie esauste contengono, in peso, il 60-65% di piombo, la restante parte è costituita da acido solforico e materie plastiche. I copertoni, invece, sarebbero serviti per estrarre i filamenti di rame.

La condanna 

Nel vano del semirimorchio sono state recuperate 30 batterie e 9 copertoni. Inoltre, sono stati sequestrati una tenaglia, una cesoia, due pinze, un cutter e un coltello con lama lunga 19 cm, utilizzati per tagliare la rete metallica di recinzione. Padre e figli sono stati dichiarati in arresto per furto aggravato. Il giudice li ha condannati ciascuno a 6 mesi di reclusione, senza applicazione di misure cautelari. La refurtiva, costituita dalle batterie e dagli pneumatici, è stata restituita al responsabile dell’impianto di stoccaggio dei rifiuti.

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