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Cronaca

Preso il commando che assaltò portavalori in A14, la banda tradita da una ViaCard

Ad avere un ruolo decisivo nelle indagini proprio gli agenti di Polizia della Squadra Mobile di Ancona, che hanno dato il via alle indagini dopo la prima rapina con importanti elementi probatori

Sgominata la banda che, nel settembre 2016, aveva assaltato due furgoni portavalori sull'autostrada A12 nei pressi di Pisa. Con ogni probabilità gli stessi che un anno prima, nel settembre 2015, aveva rapinato un portavalori lungo l’A14 tra Ancona e Loreto. La polizia ha attuato in Toscana e Puglia una vasta operazione nei confronti dei componenti del commando che, tuttavia nel pisano, non riuscì a forzare la blindatura dei mezzi. A Cerignola (Foggia), Firenze, e Stornara (Foggia), i poliziotti delle Squadre Mobili di Ancona, Firenze, Pisa e Foggia, con il coordinamento e la partecipazione diretta del SCO (Servizio centrale operativo della Polizia di Stato), hanno eseguito una ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Pisa su richiesta di quella Procura della Repubblica, che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 uomini, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di tentata rapina, porto abusivo di arma da fuoco, ricettazione e riciclaggio. Ad avere un ruolo decisivo nelle indagini sono stati gli agenti di Polizia della Squadra Mobile di Ancona, al tempo coordinati da Virgilio Russo e dall'attuale capo del reparto investigativo della Questura di Ancona Carlo Pinto. Sono stati proprio i poliziotti anconetani a dare il via alle indagini dopo la prima rapina in provincia di Ancona e sono state proprio le intercettazioni telefoniche e gli elementi probatori raccolti nei primi mesi a mettere sulla giusta strada le altre Procure, tra cui appunto Pisa e Foggia.

Gli arrestati

Si tratta di Antonio Braschi e Gennaro Lorusso entrambi classe 1978, Cosimo Attila Cirulli classe 1990, Pasquale Matera classe 1977, Damiano Carlucci classe 1971, Pasquale Saracino e Matteo Lagrasta entrambi classe 1974, Giuseppe Stefanelli classe 1983

Una “ViaCard” ha indirizzato le indagini verso la Puglia

E’ stata una “ViaCard” utilizzata per pagare il pedaggio in autostrada, recuperata all’interno di una delle auto utilizzate per l’assalto, ad indirizzare le indagini verso la Puglia: era stata acquistata, insieme ad altre analoghe, in un autogrill del basso Tavoliere, e poi utilizzate pochi giorni prima del colpo per trasportare auto e verosimilmente armi dalla Puglia alla Toscana, più precisamente dal casello di Canosa a quello di Firenze Scandicci. La rapina-assalto, dunque, era stata pianificata nei minimi dettagli da un gruppo ben strutturato ed organizzato, specializzato in questo tipo di reati. Le prime indagini – suffragate da intercettazioni, analisi dei traffici telefonici e analisi sulle tracce degli penumatici - hanno portato gli investigatori ad individuare il possibile luogo di partenza dei rapinatori nella zona del foggiano. A supporto di questa ipotesi investigativa, la presenza – stanziale o temporanea – di alcuni indagati lungo il litoraneo tirrenico nelle settimane precedenti il colpo, allo scopo di effettuare sopralluoghi e monitorare gli spostamenti dei blindati.

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Perquisizioni a Cerignola, polizia sventa ulteriore assalto

Nell’ambito della medesima operazione, durante la notte, sono state eseguite numerose perquisizioni, a Cerignola, a carico di sette soggetti e due autoparchi nell’ambito delle quali la polizia ha sequestrato giubbotti anti-proiettili, armi, jammer e altri elementi utilizzati per la commissione di questo tipo reato. E’ forte, negli investigatori foggiani, quindi, la convinzione che l’operazione odierna abbia, di fatto, sventato un ulteriore assalto a portavalori, questa volta programmato nella zona del basso Tavoliere. Al vaglio degli inquirenti, la possibilità che il gruppo - alcuni nomi ritornano nelle pagine dell’inchiesta relativa all’assalto da film alla NP Service di Foggia - possa aver messo a segno altri colpi in altre zone della Penisola. Le perizie balistiche eseguite sulle armi, in particolare, hanno dimostrato che le stesse sono state utilizzate almeno in altre tre rapine-assalti. Nell’ambito delle indagini, sono stati attivamente coinvolti gli agenti della squadra mobile di Ancona alla luce di evidenti convergenze investigative con un analogo episodio, messo a segno nel settembre 2015, sull’autostrada A16. Non si esclude che ad agire, anche in quel caso, possa essere stata la stessa banda.

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Pioggia di proiettili in A12, autostrada paralizzata

Un violento assalto a due blindati della ditta BTV Mondialpol adibiti a trasporto valori, uno dei quali contenente circa 6 milioni di euro. Un’azione paramilitare, che di fatto paralizzò il traffico autostradale dell’A12, all’altezza di Fauglia, nel Pisano, e nel quale vennero esplosi oltre 170 colpi, tra pistole, fucili e kalashnikov. Quello dello scorso 30 settembre 2016 fu un episodio che scosse profondamente la zona del Pisano: oltre 170 furono i colpi esplosi con pistole, fucili e kalashnikov esplosi nel fitto conflitto a fuoco che i banditi ingaggiarono con le guardie giurate che scortavano i carichi di denaro. Nel dettaglio, il commando - simulando l’appartenenza alle forze di polizia con falsi lampeggianti e dispositivi di segnalazione manuale, ha bloccato l’autostrada A12 tra Rosignano (Li) e Collesalvetti (Li) - paralizzò oltre 10 km di autostrada, in entrambi i sensi di marcia, costringendo gli ignari automobilisti in transito a scendere dalle proprie auto e posizionando le vetture in modo da chiudere di fatto l’arteria autostradale, già disseminata di chiodi a quattro punte. L’assalto vero e proprio si è consumato all’interno di una galleria, dove i mezzi sono stati crivellati con decine di colpi di arma da fuoco. Un “errore tecnico” ha impedito che la rapina milionaria fosse consumata: nel momento in cui i malviventi hanno tagliato la lamiera del blindato, hanno reciso, per errore, un’area che attiva il sistema spuma-block, che ha reso inutilizzabile il flessibile in uso.

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