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Cronaca Jesi

Riti mistici con vino allucinogeno, arrestato 46enne jesino

L'uomo è stato trovato il possesso di 15 litri di Ayahuasca, un miscuglio vegetale psichedelico. La bevanda è al centro del culto del "Santo Daime", di cui esisterebbe una comunità attiva in Vallesina

Ayahuasca, il “vino dell’anima”: un nome molto poetico che nasconde in realtà (Wikipedia alla mano) una mistura vegetale contenente dimetiltriptamina o DMT (una sostanza psichedelica illegale in Italia) utilizzata dagli sciamani o curanderi indigeni – specie in amazzonia – per i riti di visione e di “comunicazione con il divino”.
Ma ad essere trovato in possesso di ben 15 litri di questa mistura psichedelica non è stato uno sciamano indigeno, bensì uno jesino di 46 anni, G. C., seguace del movimento religioso del “Santo Daime”, un culto che mescola cattolicesimo, spiritismo, animismo africano e sciamanesimo sudamericano ed è incentrato – per l’appunto – sull’assunzione del “Daime”, il vino allucinogeno in questione.

Gli uomini della squadra mobile coordinati da Giorgio di Munno, riporta il Messaggero, hanno fatto irruzione lunedì sera nell’appartamento dell’uomo, sequestrando la sostanza illegale: l’ipotesi degli inquirenti è che esista nella Vallesina una comunità che pratica i rituali del Santo Daime, di cui farebbero parte in maggioranza cittadini di origine brasiliana, lo stesso G. C. si è autodefinito infatti “consulente religioso”.
A difendere lo “sciamano jesino” un avvocato romano, legale ufficiale di tutti gli adepti italiani del “Santo Daime”, che specifica come l’assunzione della sostanza illegale sia parte integrante di un rito sacro: nulla a che vedere, dunque, con l’aspetto allucinogeno; infatti compito dell’Ayahuasca – secondo l’avvocato – sarebbe anche quello di indurre il vomito come forma di purificazione.
 

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