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Cronaca

Appalti ASUR truccati con tangenti, chiesto il processo per tutti

Nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti per truccare gli appalti nell'ASUR, il pm Paolo Gubinelli ha chiesto il rinvio a giudizio per 9 soggetti di cui 8 persone accusate di associazione per delinquere

Si sarebbero accordati per costituire un cartello di imprese operanti nel settore edile, elettrico e termoidraulico, con cui assicurarsi l’affidamento di tutta una serie di lavori di manutenzione e ammodernamento delle strutture ospedaliere della provincia di Ancona, ma senza aggiudicarsi alcuna gara, se non in modo irregolare. Cantieri per milioni di euro pagati dalle casse della sanità pubblica e ottenuti attraverso tangenti destinate a funzionari pubblici dell’ASUR, d’accordo con quegli imprenditori che per anni hanno monopolizzato gli appalti pubblici nella sanità dorica. E’ questa la ricostruzione del pm di Ancona Paolo Gubinelli che ha chiesto il processo per tutti gli 8 indagati: Antonio Tonti geometra dipendente dell’ASUR e difeso dall’avvocato Jacopo Saccomani, Alessandro Santini dipendente dell’ASUR e difeso dall’avvocato Antonio Mastri, Luigi Catalano amministratore della Edilcost Srl e difeso dall’avvocato Andrea Speciale, Antonio Enrico Iannetti imprenditore anconetano difeso dall’avvocato Riccardo Leonardi, Giacomo Santarelli rappresentante legale di una ditta di impianti idraulici e difeso dall’avvocato Fernando Piazzolla, Alvaro Brunelli titolare di una ditta di costruzioni e difeso dall’avvocato Dino Latini, Dario Cecconi proprietario di un’azienda di impianti tecnologici e difeso dall’avvocato Paolo Tartuferi, Stefano Giuliodori titolare di un’impresa di impianti elettrici difeso dall’avvocato Simona Mengarelli. Tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata a una serie di reati. Corruzione per Catalano e Tonti. Truffa in danno agli enti pubblici per Tonti, Santini, Catalano e Iannetti. Turbata libertà degli incanti per Tonti, Santini, Catalano, Santarelli, Brunelli, Cecconi e Giuliodori. Infine per Tonti e Santini falso in atto pubblico e soppressione e occultamento di atti veri. Chiesto il rinvio a giudizio anche per la ditta Edilcost SRL per una serie di presunti illeciti amministrativi. Ora sarà il Gip a decidere nell'udienza preliminare fissata per il prossimo 18 luglio

LE ACCUSE. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza di Ancona, dal 2010 al 2012, Luigi Catalano, titolare della ditta Edilcost si era accordato con Antonio Tonti, al tempo vero dominus dell’allora Ufficio Tecnico dell’ex Zona Territoriale 7 dell’ASUR di Ancona. L’obiettivo era avere strada libera negli appalti pubblici che riguardavano lavori di manutenzione straordinaria all’interno degli ospedali. Ma bisognava fare fuori la concorrenza. Come? Sempre secondo la pubblica accusa, l’azienda sanitaria stabiliva gli importi dei lavori e richiedevano alle ditte iscritte all’albo di fare le proprie offerte al ribasso, poi però procedevano alla chiamata diretta delle imprese del “cartello” frazionando i lavori (in realtà mai inferiori ai 200mila euro) in piccole tranches da 40mila euro. Solo così si poteva procedere alla chiamata diretta, cioè con l’accordo diretto tra committente e imprenditore di fiducia. Ed ecco che tutte le commesse arrivavano alle ditte che ruotavano intorno ad un numero ristretto di imprenditori. In cambio Tonti (unico insieme a Catalano ad essere accusato di corruzione) riceveva tangenti. Vicino a lui c’era anche Santini che in più occasioni avrebbe attestato la regolare esecuzione e la conformità di lavori in realtà mai eseguiti o eseguiti parzialmente dalle ditte amiche. Così mente Tonti e Santini sottoscrivevano i prospetti di liquidazione, Catalano e Iannetti emettevano fatture per operazioni mai avvenute per 250mila euro solo nel periodo a cavallo tra il 2011 e il 2012. «Evadevamo fatture per prestazioni fatte da me e dalla mia ditta mai eseguite» aveva detto uno degli indagati interrogato dalle fiamme gialle.

FONDI NERI CON LE SOCIETA’ SPORTIVE. Ma come avrebbe fatto Catalano ad entrare in possesso di denaro corrente per le tangenti? Sempre secondo le accuse, le ditte coinvolte del giro di favori liquidavano parecchi soldi ad una società sportive locali di pallavolo con l’accordo che poi quelle squadre rigirassero il 40% dei bonifici bancari direttamente a Tonti, di fatto dominus dell’allora Ufficio Tecnico dell’ex Zona Territoriale 7 dell’ASUR di Ancona. Un gioco di prestigio che assicurava all’imprenditore originario di Afragola lavori per 5 milioni di euro nel triennio 2010-2012. Ma è proprio da lì che prese il via l’indagine della Procura di Ancona, nel 2013, proprio a seguito dalla segnalazione delle banche, dopo che queste avevano evidenziato attività finanziarie anomale che legavano la Edilcost a quelle società sportive: in realtà mere coperture per filtrare il giro di denaro. 

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