Awake Surgery, a Torrette l'intervento al cervello su un paziente sveglio
Il paziente viene operato al cervello in stato di coscienza e interagisce attivamente con l'intera equipe che affianca il neurochirurgo. Attraverso l'interazione, il paziente guida il medico mentre procede all'esportazione del tumore
Si chiama Awake Surgery, Chirurgia da sveglio l'avanzata tecnica operatoria introdotta da circa un anno nel reparto di neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Torrette. Si tratta di interventi al cervello durante i quali il paziente viene operato in stato di coscienza e interagisce attivamente con l'intera equipe che affianca il neurochirurgo. Attraverso l'interazione, il paziente è in grado di guidare il chirurgo mentre procede all'esportazione del tumore. Gli interventi vengono effettuati su pazienti che hanno tumori a basso grado di malignità, chiamati gliomi, quelli che hanno un lento accrescimento e che rappresentano il quaranta per cento dei tumori cerebrali primitivi. Finora ne sono stati effettuati sette.
«Una chirurgia fatta su un paziente sveglio e collaborante, blandamente sedato e risvegliabile quando ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di tenere svegli i pazienti che hanno malattie tumorali in zone primarie cioè la corteccia motoria e la corteccia del linguaggio- spiega il Dott. Riccardo Antonio Ricciuti, dirigente medico della divisione di Neurochirurgia-. Durante l'intervento chirurgico monitoriamo il paziente, gli facciamo delle domande, lo facciamo contare e quindi il paziente interagisce con noi. Ci accorgiamo se ci sono dei problemi».
«Ogni giorno introduciamo una tecnica completamente nuova. L'Awake Surgery, ormai sperimentata da più di un anno, coinvolge numerose divisioni dell'Azienda e la porta a traguardi di livello internazionale- dichiara Paolo Galassi, direttore generale Azienda Ospedali Riuniti. Con la collaborazione del paziente, il chirurgo riesce a calibrare la resezione senza andare a toccare quelle parti vitali che potrebbero creare un'invalidità permanente».
Per l'Awake Surgey fondamentale è la collaborazione del team. «Ne fanno parte i medici dell'anestesia, della rianimazione ospedaliera, neuropiscologa e il neurofisiologo in modo da avere tutto organizzato e pronto per l'intervento chirurgico e anche la finalità del post operatorio che deve essere secondo quello che ci eravamo prefissati» afferma il Dott. Massimo Bernardini, direttore Neurochirurgia Pediatrica generale delle Mielolesioni degli Ospedali Riuniti di Torrette.