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Cronaca

Addio Equitalia, la riscossione viene affidata ad Ancona Entrate

Dal prossimo primo luglio il passaggio delle consegne ma ci sono ancora 4,8 milioni di euro da recuperare. Il calcolo lo ha fatto la partecipata su 20mila cartelle

Ancona Entrate si prepara a subentrare a Equitalia nel recupero forzoso delle tasse evase. Lo ha deciso il Comune di Ancona che, in vista del primo luglio, data individuata del cessamento delle attività della spa più odiata dagli italiani, ha previsto un graduale ingresso della sua partecipata che già si occupa di accertamento, liquidazione e riscossione per tasse comunali, imposte, tariffe e multe del codice della strada. Nel corso del 2016 Ancona  Entrate ha riscosso oltre 53milioni di euro ma è riuscita anche a recuperare 2,4 milioni di evasione di cui 790mila solo da regolarizzazioni dell’Imu. Evasione che nei primi 10 anni di vita della società hanno portato ad oltre 34 milioni di ulteriore gettito. “Il recupero oggi – spiega Lorenzo Robotti, amministratore unico della società – vale il 5% della riscossione. Nei primi anni recuperavamo anche 5/6 milioni l’anno”. Attività di accertamento che si svolge anche tramite segnalazioni alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate che, per legge, riconoscono al Comune gli importi riscossi il primo anno: 812mila euro tra il 2009 e il 2016, per questa partita. “La verità – aggiunte Robotti – è che Equitalia ha lavorato molto male per i Comuni. Ad esempio le multe del codice della strada non venivano escusse perché costava più istruire la pratica che quanto si poteva recuperare. Il Comune le ha affidate a noi già due anni fa”. A questo Equitalia ha aggiunto un’attività di controllo sulle cartelle inevase finite a Equitalie. Su 20mila cartelle, molte delle quali già in procedura, ne sono state analizzate nel dettaglio circa 2000 sulle quali sono emerse 700 posizioni facilmente recuperabili. Come? Attraverso pignoramenti del quinto dello stipendio, di crediti presso terzi o grazie a controlli sui conti correnti bancari. 

Equitalia non aveva indagato a fondo, a quanto pare. Da Ancona Entrate hanno calcolato e segnalato circa 4,8 milioni di euro sui quali si può agire. Calcolo che consentirà al Comune, in caso di inadempienza, di chiedere 600mila euro di penale a Equitalia. Ancona Entrate, che oggi si occupa del Comune di Ancona e, da qualche tempo, di Offagna, è intenzionata ad allargare il suo raggio d’azione sul territorio. Piccoli e grandi comuni, senza Equitalia, dovranno affidare il servizio. Alcuni, vedi Falconara, hanno già provveduto in passato a internalizzare il servizio. Altri – come Jesi (con Equitalia) e Osimo (in una situazione frammentata tra riscossione affidata ad Astea e a soggetti privati) – dovranno provvedere. Tornando al capoluogo di regione, Ancona Entrate ha da poco avviato una app che attraverso un codice QR in bolletta dà accesso a un tutorial personalizzato che rende noto al contribuente posizione, scadenze ed eventuali arretrati dando poi la possibilità di comunicare e modificare i dati in possesso alla società. Circa 1000 anconetani l’hanno già scaricata. Innovazioni hi-tech che riguarderanno anche gli accertamenti diretti dalla Polizia Municipale con la possibilità da parte del vigile di avere informazioni in tempo reale su insegne, passi carrabili e occupazione del suolo pubblico collegandosi direttamente da smartphone ai database della partecipata che, in questi giorni, visto l’avvicinarsi della scadenza Tari (16 maggio) sta effettuando aperture straordinarie al pubblico. Gli sportelli resteranno aperti al pubblico anche nelle mattine di martedì, sabato e lunedì (9-13) e nei pomeriggi di mercoledì 10 e lunedì 15 maggio. 
 

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