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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Amianto, più della metà dei tumori sono nella provincia di Ancona

Dal 2006 a oggi il Registro sui casi di mesotelioma ha registrato 184 casi. Al capoluogo il triste primato. Subito dietro c’è Falconara

Negli ultimi 10 anni ad Ancona si sono registrati 68 casi di mesotelioma, tumore che attacca la pleura, classificati per esposizione certa, probabile o possibile all’amianto. È il triste primato del capoluogo regionale emerso durante il question time al Consiglio regionale. I dati sono stati elencati dall’assessore regionale Angelo Sciapichetti interrogato sulla questione dalla consigliera Elena Leonardi (Fratelli d’Italia). Dietro Ancona c’è Falconara con 20. In totale la Provincia di Ancona, che è la più colpita, dal 2006 a oggi ne ha registrati 184 sui 354 regionali. Numeri più contenuti, ma comunque allarmanti, nelle altre province: 61 a Pesaro Urbino, 48 a Macerata, 33 a Fermo e 28 ad Ascoli. Record negativo, quello della provincia di Ancona, anche per quanto riguarda i casi di tumori alle vie respiratorie come polmoni, trachea e bronchi (66 casi su 132 regionali dal 2006 al 2015, secondo i dati forniti dall’Inail) e asbestosi, malattia polmonare cronica (50 casi sui 64 in tutta la regione). Numeri che non riguardano solo ex lavoratori sottoposti all’esposizione sui luoghi di lavoro. Basti pensare che su 354 casi regionali per ben 240 è stata accertata l’esposizione professionale (170 certa, 24 possibile) ma per 14 si trattava di esposizione domestica e 6 di esposizione residenziale. In 67 diagnosi l’esposizione è ignota mentre per 22 sono ancora in corso accertamenti.

La Regione Marche negli anni passati si è dotata di una serie di linee guida per il trattamento, la rimozione e la bonifica dell’amianto e ha eseguito una mappatura degli edifici. Ne sono stati rilevati quasi 15mila con amianto divisi in classi di pericolo. La Classe 1, la più pericolosa, ne conta 96. Nella 2 ce ne sono 1549. Strutture che, nell’ambito del Piano di prevenzione regionale, sono stati ispezionati ma non tutti: tutti i 96 edifici più a rischio, lo scorso anno 350 della Classe 2. Per quest’anno ne sono previsti altri 350. È in corso anche l’aggiornamento della mappatura che, già per due terzi, era previsto tra il 2016 e il 2017. «L’aggiornamento – ha spiegato Sciapichetti – sta andando avanti secondo la tempistica prevista. In campo ci sono Regione, Asur e Arpam. Per quanto riguarda le azioni di informazione e prevenzione sono attuate forme di formazione per lavoratori, datori di lavoro e cittadini, sportelli informativi. È stato istituito il registro mesoteliomi (attivo dal 2003) e, per il terremoto, sono stati attivati corsi per il riconoscimento a vista dedicato ai lavoratori che operano nel cratere sismico». Rispetto all’interrogazione della Leonardi, Sciapichetti ha detto che temi il contrasto alle discariche abusive, incentivi ai privati per la bonifica, il recupero e lo smaltimento non è di competenza regionale. «Peccato – ha risposto la Leonardi – ne deduco che non c’è intenzione di intervenire su un tema che potrebbe avere ricadute peggiori nel futuro. I dati forniti sono tutt'altro che rassicuranti anche perché l'incubazione di queste patologie ha un'incubazione di 30/40 anni. Dati su controlli, censimenti e informazione ci sono ma così non sono adeguati per contrastare questa vera e propria emergenza».

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