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Cronaca Fabriano

Accordo Indesit: al via le assemblee. Milani: “Azienda più forte”

Al via da oggi le assemblee negli stabilimenti Indesit sull'ipotesi di accordo siglata in nottata da Fim, Uilm e Ugl, ma non dalla Fiom. Camusso: "Sbagliati accordi separati". In fabbrica: "Referendum? Non c'è alternativa"

Al via da oggi le assemblee negli stabilimenti Indesit sull'ipotesi di accordo siglata in nottata da Fim, Uilm e Ugl, ma non dalla Fiom.

MILANI. Un "buon accordo", secondo l'Ad e presidente del gruppo Marco Milani secondo il quale con il via libera al piano di riassetto in Italia "Indesit è ora una azienda più forte". Anche se per la mancata firma della Fiom dice: "mi è dispiaciuto sicuramente e non ho abbandonato le speranze: ora c'è il referendum tra i lavoratori, sarebbe magnifico se la Fiom poi decidesse di associarsi".

IL CALENDARIO. Le consultazioni partono da Caserta, venerdì negli stabilimenti fabrianesi di Melano e Albacina (alla presenza del coordinatore nazionale Uilm del settore elettrodomestici Gianluca Ficco), lunedì a Comunanza (Ascoli Piceno) e forse di nuovo a Fabriano per la riunione degli impiegati, poi martedì la parola passa ai lavoratori con il referendum nelle fabbriche.

CAMUSSO. I sindacati si dividono di nuovo su una grossa vertenza: per la segretaria della Cgil Susanna Camusso "è sbagliato fare in sede di governo accordi separati" sia pure con la connotazione positiva del referendum tra i lavoratori. "Abbiamo salvato i posti di lavoro - dice Raffaele Bonanni della Cisl - non potevamo perdere altro tempo".

UILM-CISL-UIL.  Durissimo il giudizio del segretario generale della Uilm Rocco Palombella: il no della Fiom "rappresenta il dramma di un sindacato allo sbando", incapace di "risolvere i problemi" e che ormai è esso stesso "un problema per il sindacalismo italiano".
Clima diviso anche a Fabriano, dove i rappresentanti sindacali avevano sinora marciato fianco a fianco. Andrea Cocco (Fim Cisl Marche) è soddisfatto: "c'è un accordo che impegna l'azienda a salvaguardare l'occupazione e ad investire 83 milioni di euro, di cui 42 per Fabriano e quasi 12 per lo stabilimento di Melano. Ogni stabilimento oggi ha una missione dedicata, un passaggio decisivo quando arriverà la ripresa".
Il delegato Fim Cisl di Melano Stefano Balestra fa notare che oggi "sono esattamente sei mesi da quando è stata aperta la vertenza: siamo partiti da una volontà aziendale di chiusura del nostro stabilimento ed oggi abbiamo una prospettiva che andrà vagliata dai referendum".
"E' una fase delicata per tutto il settore elettrodomestico in Italia - rileva Vincenzo Gentilucci (Uilm Uil Marche) - e questo per me è un accordo buono se lo vediamo sotto questa ottica. Abbiamo salvaguardato l'occupazione per cinque anni, l'azienda non attuerà ne' mobilità e neanche licenziamenti. Importante anche l'aspetto degli investimenti".

FIOM. Critici ovviamente quelli della Fiom: per Fabrizio Bassotti, del sindacato di Fabriano, "il piano industriale rimane tale e quale a quello che avevamo rigettato, a parte piccole modifiche. C’è un grosso ridimensionamento di Indesit in Italia e da subito ci sarà una chiusura di uno stabilimento al sud. E - insiste - "noi non capiamo come possono essere improvvisamente scomparsi i 1.420 esuberi".
La delegata Fiom di Malano Valeria Tizzoni parla di un piano "di decrescita infelice, senza garanzie occupazionali né sugli ammortizzatori sociali. Possiamo siglare un accordo in cui si fa riferimento esplicito a una delocalizzazione di prodotti e senza un vero confronto?".

I LAVORATORI. Clima incerto tra i lavoratori in attesa delle assemblee: Roberto, un impiegato, ammette di non conoscere bene i contenuti dell'accordo, "ma non capisco perché dobbiamo fare un referendum, dato che non c'erano alternative se non chiudere più presto questa vertenza". "Aspettiamo di sapere presto e nei dettagli che tipo di accordo e' stato siglato" dice Francesca, operaia, che rinvia il giudizio a dopo le assemblee.

(ANSA)

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