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25 novembre Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Nelle Marche nel 2017, secondo il Rapporto presentato dall’Assessora regionale alle Pari Opportunità, si sono rivolte ai Centri antiviolenza 406 donne

La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne «ci richiama al dovere di contrastare un fenomeno ancora troppo diffuso» denunciano Daniela Barbaresi, Cgil Marche, Cristiana Ilari, Cisl Marche e Claudia Mazzucchelli, Uil Marche. Sono quasi nove milioni, secondo gli ultimi dati Istat, le donne che nel corso della vita hanno subito molestie sessuali perché la violenza può assumere molte forme: gesti, parole, pensieri, individuali e collettivi. Si va dalla violenza sessuale, allo stalking, alle molestie verbali e fisiche, alla denigrazione costante e continua, allo svilimento dei talenti, alla compressione dell'autonomia, al ricatto affettivo ed economico che genera dipendenze, esclusioni, limitazioni della libertà. La violenza si nutre di una cultura neopatriarcale che oggi rischia di essere amplificata attraverso il web e i social network tra hate speech e fake news che rilanciano spesso un modello femminile di subordinazione e di sottovalutazione.

Nelle Marche nel 2017, secondo il Rapporto presentato dall’Assessora regionale alle Pari Opportunità, si sono rivolte ai Centri antiviolenza 406 donne, di queste il 66% sono state accompagnate in un percorso di fuoriuscita dalla violenza: un lavoro prezioso per la nostra comunità marchigiana. «Ma tante ancora in Italia e nelle Marche sono le invisibili che non denunciano e che non chiedono aiuto.  – rilancia Cristiana Ilari, Segretaria Cisl Marche - Per questo è necessaria una battaglia culturale condivisa, vanno sostenute e diffuse le iniziative che alimentano e tengono in rete il protagonismo e il valore delle donne combattendo insieme stereotipi e discriminazioni. Confermiamo il nostro impegno  nella lotta ad ogni forma di violenza e il nostro sostegno attivo alla Rete antiviolenza marchigiana istituita nel 2017 che vede nei Centri antiviolenza i propri presidi fondamentali, così come sancito dalla Legge regionale n. 32 del 2008». Tra le azioni positive che «ci vedono promotrici vogliamo ricordare gli Accordi territoriali con le parti datoriali~per contrastare molestie e violenze nei luoghi di lavoro, un fenomeno allarmante soprattutto in relazione alla precarietà del Mercato del Lavoro dove le donne sono spesso le più soggette a forme di ricatto – sottolinea Daniela Barbaresi, Segretaria Cgil Marche -  basti pensare che in Italia sono un milione e 173 mila le donne che hanno subito molestie o ricatti sul posto di lavoro durante la loro vita lavorativa, pari all’8,5% delle lavoratrici, nonostante l’obbligo da parte dei datori di lavoro di tutelare l’integrità fisica e morale delle/dei dipendenti. Ma solo lo 0,7% delle donne ha denunciato, per paura di perdere il lavoro e la vergogna di essere giudicate, per mancanza di fiducia nelle forze dell’ordine, perché pensano che sia meglio trovare soluzioni individuali. In tante preferiscono lasciare il lavoro o rinunciare alla carriera. Quella che avviene nei luoghi di lavoro è la forma di violenza in assoluto meno denunciata».

Gap salariale, esclusione o difficile accesso al mondo del lavoro con assenze o presenze discontinue testimoniano la difficile condizione femminile anche nelle Marche (12,42% di disoccupazione femminile rispetto al dato complessivo del 10% con un peggioramento rispetto agli anni precedenti e uno scivolamento poiché la media nazionale è del 12,39 e le regioni del centro nord si attestano su una media che va dal 4,78 del Trentino al 9,44 della Toscana), con alcuni nodi sul fronte della conciliazione tempi di vita e di lavoro ancora irrisolti. «Per questo é necessaria un'azione congiunta di costante presidio della tutela e di attivazione di nuovi strumenti di inclusione che promuovano il valore del lavoro femminile, motore di sviluppo di tutta la comunità, attraverso la contrattazione aziendale e territoriale. – dichiara Caludia Mazzuchelli, Segretaria Uil Marche - Un welfare efficace e un sistema integrato di attivazione, protezione e sostegno del lavoro femminile costituiscono il perno di quel percorso di autonomia e libertà che combatte la cultura della violenza».
La difesa e il rilancio della dignità del lavoro femminile a partire dall’analisi della condizione reale delle lavoratrici sono impegno prioritario di Cgil Cisl Uil: per questo è stata messa in campo in collaborazione dell’UNIVPM delle Marche una campagna di ascolto attraverso un questionario che indaga la condizione del lavoro femminile nella nostra regione, «perché – concludono le Segretarie Ilari, Barbaresi e Mazzucchelli -  solo partendo da un’attenta analisi della realtà del presente possiamo costruire insieme, donne e uomini, un futuro di lavoro e di sviluppo equo e sostenibile nella nostra regione».

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