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Venerdì, 19 Aprile 2024
Psicologia della notizia

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A cura di Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia (IPSE) di Ancona

Scuola, Università & Lavoro: come scegliere senza sbagliare

Scegliere la scuola superiore o l’università oppure decidere di smettere di studiare per entrare nel mondo del lavoro sono scelte che contraddistinguono diverse fasi della vita di una persona. In psicologia dell’orientamento vengono definite transizioni psicosociali, cioè i momenti di passaggio più o meno prevedibili che caratterizzano la vita dell’individuo. Oggigiorno la transizione tra scuola e università e tra università e lavoro, per ragioni economiche, politiche e sociali, avvengono in modo non lineare e non sempre prevedibili. Per questo è fondamentale che fin dalle scuole secondarie di primo grado si parli e si approfondisca con gli studenti quali sono i loro interessi, le aspirazioni, le motivazioni e le aspettative verso il futuro per mettere i primi tasselli nella costruzione del proprio progetto di vita.

Come si può facilitare tale processo di orientamento atto a maturare la consapevolezza per intraprendere un percorso senza commettere errori che possono rilevarsi una perdita di tempo e di risorse? Per limitare al minino gli errori è necessario l’interazione di tre attori fondamentali:

La scuola. Oltre a fornire conoscenze e capacità di socializzazione la scuola dovrebbe prevedere dei percorsi di orientamento sia di tipo informativo,  per dare informazioni riguardante il mondo universitario e il mondo del lavoro, sia di tipo formativo che possono essere declinati in individuali e di gruppo. I primi hanno lo scopo di far elaborare i vissuti individuali, le relative strategie di coping (strategie mentali per affrontare situazioni stressanti) e dei metodi per poter superare le difficoltà che possono manifestarsi durante una scelta difficile. Mentre i secondi dovrebbero dotare i giovani di strumenti pratici per far maturare le cosiddette competenze trasversali tanto richieste dal mercato del lavoro, come ad esempio la creatività, il saper lavorare in gruppo, la flessibilità e l’apertura al cambiamento.

I genitori. I genitori possono scegliere di influenzare la scelta del figlio quando hanno delle aspettative troppo alte o troppo basse verso le loro capacità oppure quando vorrebbero dar continuità alla propria attività professionale. Il rischio, in questi casi, è di non sapere valutare se le loro aspettative sono in linea con quelle dei figli sottostimando o sovrastimando le capacità, gli interessi e le motivazioni che il figlio potrebbe avere in un determinato ambito. Anche se il futuro lavorativo potrebbe essere più o meno garantito in seguito alla scelta del genitore (cosa sempre più difficile nella situazione economica attuale) il pericolo potrebbe essere la perdita di motivazione che, se preponderante, può portare a periodi prolungati per terminare gli studi, a diversi cambi di rotta tra un’università e un’altra o tra un lavoro e l’altro e, più in generale, all’insoddisfazione personale e malessere constante nel tempo.

La persona. Ovviamente l’attore più importante è la persona che deve mediare con gli altri due attori le proprie aspettative, passioni e motivazioni per costruirsi un percorso di vita in linea con la propria soggettività. Risulta fondamentale essere curiosi e proattivi mantenendo costantemente sott’occhio sia la dimensione del guardarsi dentro (interessi, aspirazioni, immagine di sé, la motivazione e le aspettative verso il futuro) sia del guardarsi intorno (caratteristiche del mercato del lavoro e le opportunità del territorio).

Molto spesso lo studente non riesce in modo autonomo ad orientarsi e quindi è necessario l’intervento da parte di esperti che possano intervenire su almeno uno dei tre attori fondamentali di questo processo così da far emergere le criticità e avviare attività di sviluppo individuale e/o di gruppo volti all’autoconsapevolezza.

William Sbacco - Dott. in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni / formatore Poliarte e collaboratore di IPSE Ancona

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