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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Lockdown terminato, riparte anche l’ansia: come riconoscerla in adulti e bambini

Il graduale ritorno alla normalità dopo la quarantena da Coronavirus può creare disturbi di ansia. Una psicoterapeuta anconetana spiega come riconoscere i sintomi

Il lockdown si può dire quasi terminato, con la ripresa della “normalità” il corpo, in parte assopito dalla quarantena, si deve riattivare portando con sé le contrazioni muscolari e le tensioni interne accumulate. Alcuni di noi non hanno voglia di riprendere le cose quotidiane, altri bramano una immediata ripresa ed altri ancora sono molto stanchi perché non si sono mai fermati negli ultimi due mesi. In tutte e tre le situazioni può emergere malessere psico-fisico, soprattutto attraverso degli stati emotivi vicini all’ansia e alla malinconia. L’Onu, a Maggio 2020, ha presentato un rapporto con linee guida sulla salute mentale e il covid-19. In tale rapporto si evidenzia che “la salute mentale e il benessere della società sono gravemente colpite dalla crisi sanitaria”, gli psicologi affermano che i bambini sono ansiosi e in diversi paesi c’è un incremento dei casi di depressione e di ansia. Inoltre ci sono dati in crescita per i casi di violenza domestica, forte preoccupazione per i problemi economici e aumento dello spaesamento e dell’incertezza. Marta Brunetti, neuropsicologa e psicoterapeuta anconetana, spiega in una guida come riconoscere i disturbi di ansia. «E’ opportuno sottolineare che in questo periodo così complesso, dove gli sviluppi sono poco prevedibili, siamo di fronte ad una generale fragilità psicologica che rende le persone più vulnerabili» specifica la dottressa.

Come riconoscere l’ansia?

«L’ansia rientra tra le reazioni innate e normali che le persone hanno quando sono di fronte ad una sensazione di minaccia. L’ansia permette di aumentare la vigilanza e l’attenzione per affrontare situazioni difficili. Purtroppo può capitare che l’ansia fisiologica si trasformi in ansia patologica e quindi disfunzionale perché si estende a tanti aspetti di vita, è molto intensa e persiste nel tempo».

Come si manifesta l’ansia? 

«Tra le principali caratteristiche psicologiche associate all’ansia, e comune anche nelle sindromi depressive, vi è il rimuginio; ovvero un pensiero ripetitivo, molto invasivo e negativo attraverso cui la persona tenta di trovare soluzioni per mezzo della ripetizione di una serie di operazioni mentali. Purtroppo tale processo alimenta ancora di più la sintomatologia ansiosa. Il nervosismo, la difficoltà di concentrazione, una forte apprensione e preoccupazione continua spesso accompagnano gli stati ansiosi. La persona che soffre di ansia ha una iperattivazione neurovegetativa importante, per cui si può avere tachicardia, sudorazione eccessiva, vertigini, fiato corto ma anche problemi gastrointestinali fino a disturbi del sonno con difficoltà di addormentamento o risvegli frequenti e precoci. La tensione motoria, infine, tende a scatenare cefalea, contratture muscolari e tremori. L’ansia può manifestarsi più o meno generalizzata e sfociare in attacchi di ansia intensi, come gli attacchi di panico. Se la situazione perdura nel tempo (oltre i 3 mesi) e l’intensità del malessere aumenta potrebbe essere utile chiedere un sostegno ad un professionista psicologo e psicoterapeuta».

Nei bambini

«Nei bambini l’espressione di emozioni legate all’ansia si estrinsecano attraverso degli atteggiamenti di preoccupazione verso le situazioni che richiedono una prestazione: scuola- sport- giochi ed attività sociali. Il bambino tende ad essere perfezionista e ad assumere atteggiamenti di forte aderenza alle regole. Inoltre possono emergere alcune manifestazioni fisiche: tic, cefalea, vomito, dolori addominali o agli arti, riduzione della capacità di attenzione comparsa nel bambino di distrazione e svogliatezza». 

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