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La "coppia" con il fitness nel cuore: la White gym vince tutti i pregiudizi

Alessandro Amici e Marco Mencarelli sono i titolari della palestra di via San Martino 10. Una storia che parla di amicizia, sacrificio e tanta passione, quella per il fitness

Addominali, flessioni e squat: oltre alla palestra c'è di più. In via San Martino 10, incastonato nel cuore della città, dal 2016 sorge una palestra nata dall'idea di due appassionati del settore, Marco Mencarelli e Alessandro Amici. Da un piccolo angoletto dedicato al corpo in beve tempo la White gym si è trasformato in uno spazio di oltre cinquecento metri quadrati con tanti corsi e centinaia di iscritti. Certo, non sono mancate le difficoltà: i pregiudizi, le barriere sociali e i mille contrattempi di due imprenditori poco più che trentenni sono sempre stati all'ordine del giorno ma, di certo, il loro sogno non è rimasto chiuso nel cassetto.

Partiamo dall’inizio: da quanto tempo vi conoscete e come vi siete incontrati? Quali passioni vi accomunavano? Marco: ci conosciamo da quando siamo bambini, giocavamo al mare insieme a Palombina e dal 2005 le nostre strade non si sono più divise. Abbiamo caratteri opposti, quello che più ci accomunava all’epoca era la vita notturna e oggi è la passione per lo sport e la voglia di lavorare sodo. 


Come e quando è nata l’idea di aprire uno spazio tutto vostro? Marco: tutto è partito da un mio “malessere”, ero in cerca di nuovi stimoli e stavo per trasferirmi a Como, a cose praticamente fatte, ho chiamato Alessandro per comunicargli che quel weekend non ci saremmo visti, lui mi chiese il perché e io risposi che me ne sarei andato a breve per seguire la mia passione più grande, il Ju Jitsu. Alessandro mi chiese di incontrarlo perché voleva saperne di più e, una volta spiegate le mie intenzioni, lui esclamò: ma dove vai, rimani qui apriamo la palestra io e te.” Era il 2016.

Raccontateci come siete arrivati a sviluppare l'idea della White gym. Alessandro: Questo progetto è frutto di un percorso molto difficile e decisamente in salita. Lo definirei un vero e proprio “campo minato”. Prima di trovare questo equilibrio abbiamo fatto un vero e proprio percorso introspettivo, ma ogni difficoltà ci ha portato ad essere qui oggi, con i nostri pro e contro.


Cosa facevate nella vita prima di aprire la palestra? 
Alessandro: «Io ho iniziato a lavorare a 18 anni, facevo lavori saltuari, a chiamata, che non mi garantivano un futuro. Nel 2005 ho cominciato a sudiate come personal trainer, prendendo 3 diplomi. Negli ultimi periodi, prima di aprire la White gym, lavoravo in cinque palestre. La cultura fisica è sempre stata la mia passione». Marco: «Ho un diploma da perito meccanico e, una volta terminati gli studi, ho lavorato dieci anni come tornitore in una fabbrica alla baraccola. Dall’età di sedici anni ho iniziato a condurre un corso di sport da combattimento, nel tempo ho scelto di specializzarmi nello stile brasiliano di Jiu Jitsu e in tutte le modalità utili ad affinare la preparazione atletica».

Quali sono state le principali difficoltà nell’aprire uno spazio tutto vostro? Ci sono stati pregiudizi da parte delle persone? Marco: «Per noi questa è la prima esperienza ma possiamo confermare che è stato tutto molto difficile. Gli unici all’epoca a credere nel nostro progetto sono stati i geometri Fabio Nobili e Andrea Funari della Rebuilding Ancona. Grazie a loro abbiamo avuto chi ci “spianava” la strada e abbiamo potuto iniziare la nostra avventura. Pregiudizi ce ne sono stati, e molti. Ad esempio, fino a pochi anni fa, pensare di aprire una palestra in centro città era considerata un’impresa da folli. Tutti ci dicevano che era impossibile e che erano soldi buttati». 

Cosa o chi vi ha spinto a perseverare e a non mollare mai? Marco: «Nella fase embrionale del nostro progetto sembrava tutto improbabile. Ci sono stati tanti fattori decisivi: la stima e la fiducia che ripongo in Alessandro, unita ad un piano economico ben preciso, alla voglia di emergere, al sacrificio e alla mia famiglia, mi hanno permesso di non mollare mai, nonostante tutto». Alessandro: «Non sono una persona che lascia le cose al caso. Ero convinto sin da subito che questo progetto sarebbe decollato anche quando tutti ci davano per spacciati. Ero convinto che la nostra serietà ci avrebbe portato lontano. Per me Marco è un fratello nel vero senso della parola e, inoltre, la mia famiglia ci ha messo del suo stando sempre al mio fianco in ogni difficoltà». 

In pochi anni ne avete fatta di strada. Cos’è oggi la White gym? Quanto siete cresciuti in termini di numeri e di spazio? Marco: «Siamo riusciti a crescere molto in poco tempo. Abbiamo letteralmente raddoppiato gli spazi e, ad oggi, vantiamo una struttura di circa cinquecento metri quadrati, con area relax, sala da pranzo, barber shop, centro estetico e tre fisioterapisti. Oggi dicono che la nostra città sia satura di palestre, ma noi siamo certi che non esiste niente che anche vagamente assomigli alla nostra palestra». 

Ad oggi vi sentite realizzati? Alessandro: «Siamo contenti, sereni, ma, sai come si dice, abbiamo ancora molta fame».

Quali sono i prossimi obiettivi personali e professionali? Marco: «Personalmente sono molto contento del lavoro svolto dalla squadra di Jiu Jitsu. Ad oggi svolgiamo lezioni dal lunedì al sabato e copriamo una fascia di età che va dai  quattro anni in su. Ho 34 anni ma spero di poter competere ancora per molto tempo, togliermi qualche soddisfazione e, quando sarà il momento, di trasmettere la mia esperienza a tutti gli agonisti che verranno dopo». Alessandro: «Mi sento solo all’inizio del viaggio. So benissimo che insieme, col duro lavoro, riusciremo a costruire qualcosa di importante». 

Organizzate sempre eventi "extra-ginnici" diciamo. Quale sarà il prossimo? Alessandro: «Uno dei nostri punti di forza sono proprio gli eventi. Ad esempio le serate in discoteca, la “biciclettata”, le feste in spiaggia, le cene, gli aperitivi…questi sono solo alcuni degli appuntamenti a cui gli iscritti possono partecipare. Entrare alla White è come stare in famiglia, ci si mette in forma certo, ma si trovano anche tanti amici, confidenti e, perché no, anche l'amore».

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