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Violenza verso il personale sanitario, i preoccupanti dati delle Marche

I timori esternati dai sindacati, che fanno richiesta alla Regione di monitorare il fenomeno e coordinare misure a tutela di chi opera nel settore, con il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza

Le due drammatiche emergenze, avvenute sabato notte all’interno degli Ospedali Riuniti di Torrette presso i reparti di psichiatria e medicina generale, sono solo l’ennesimo caso di una sempre più lunga serie di aggressioni fisiche e verbali contro i professionisti della sanità marchigiana, il cui numero esiguo rende difficile garantire non solo la sicurezza personale ma anche di pazienti che all'improvviso compiono azioni contro i lavoratori e verso la propria incolumità.

Sarà pertanto un 8 marzo di mobilitazione per la Fp Cisl Marche, per ricordare i troppi casi di aggressione contro il personale sanitario ed avviare una serie di azioni, in ogni realtà del Servizio Sanitario Regionale, a tutela dei lavoratori, in gran parte di genere femminile. I dati Inail al 31 dicembre 2022, ma quelli ancora provvisori 2023 vanno purtroppo nella medesima negativa direzione, certificano un aumento dei casi di aggressione e violenza ai danni del personale sanitario che a livello nazionale hanno superato le 1600 denunce ufficiali annue. Circa il 10% degli infortuni occorsi a chi lavora in corsia, e certificati Inail, è riconducibile ad una aggressione contro una media nel settore privato del 3%. In gran parte sono parenti ed amici del paziente a compiere violenze, e le categorie professionali maggiormente colpite sono infermieri, operatori socio sanitari, fisioterapisti, educatori professionali, operanti in strutture pubbliche ma anche presso servizi di assistenza sociale residenziale (case di riposo), ambulatori o a domicilio.

Ad essere aggredite sono soprattutto le donne, che rappresentano circa i 3/4 degli infortunati, in linea con la composizione per genere degli occupati nel settore. I pronto soccorso, con le lunghe attese, sono spesso i luoghi ove accadono episodi di questa gravità contestualmente ai servizi psichiatrici ed a quelli per tossicodipendenze. La violenza all’interno delle strutture sanitarie non è solo fisica, ma sempre più spesso anche verbale con ingiurie e minacce non sempre segnalate dal personale sanitario. Nelle Marche i primi dati certificati 2023 denotano un aumento dei casi. Alla Ast 3 di Macerata rispetto ad una decina di casi relativi al 2022 si sono registrati nel 2023 36 casi: 23 verbali con minacce ed ingiurie, 13 con veri e propri atti di violenza fisica. La Fp Cisl Marche, che giudica positivamente la previsione di una serie di azioni tese a curare la comunicazione tra operatori ed utenza avviate in alcune realtà quali la Ast 2 di Ancona ed Ast 3 di Macerata, organizzerà, insieme ai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza presenti in ogni realtà, apposite iniziative di sensibilizzazione chiedendo lo sviluppo, all'interno di ogni documento di valutazione dei rischi, dell'analisi dei pericoli legati alla cura della sicurezza dei lavoratori, di fronte ad un fenomeno troppo spesso sottostimato.

Il Servizio Sanitario va tutelato insieme ai professionisti che vi operano, ed ogni atto di violenza a danno di un lavoratore è “un evento sentinella” che richiede la messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione. La Fp Cisl Marche, in prossimità anche della giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari del prossimo 12 marzo 2024, chiede pertanto alla Regione Marche la piena valorizzazione dei contenuti della legge 113 del 2020, il monitoraggio costante della situazione in ogni realtà lavorativa, ed i contributi necessari affinché si adottino opportune coordinate misure, sia preventive che protettive, da definire in tutti i luoghi di lavoro all’interno della riunione periodica in materia di sicurezza.

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