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Difedersi con lo spray al peperoncino, il decalogo spiegato dal vigile anconetano

Lo spray al peperoncino può essere utilizzato da chiunque ma solo come strumento di difesa. Un vigile anconetano spiega come si usa in sicurezza e nel rispetto della legge

Prima poteva essere utilizzato solo dalle forze dell’ordine, poi il decreto del Ministero dell’Interno (n.103 del 2011) lo ha sdoganato come strumento di difesa personale. Lo spray al peperoncino e il suo utilizzo ha fatto discutere specialmente dopo la strage della Lanterna Azzurra, ma il suo corretto utilizzo può servire ad affrontare in sicurezza un aggressore o a fuggire da una situazione di pericolo. 

I limiti di legge

Lo spray al peperoncino che si trova in commercio è disponibile in bombolette da un massimo di 20 ml in cui la parte irritante (oleoresin capsi) non deve essere superiore al 10% e la concentrazione di capsaicina deve essere pari al 2,5%. La miscela non deve contenere sostanze infiammabili, corrosive, tossiche, cancerogene o agenti chimici aggressivi. La confezione deve essere sigillata al momento dell’acquisto e la bomboletta deve essere munita di dispositivo di sicurezza contro l’attivazione accidentale. La vendita è vietata ai minori di 16 anni e nella confezione deve essere indicato il nome del produttore o dell’importatore: «Queste prescrizioni esistono perché il compratore deve vedere subito se il prodotto rispetta le normative- ha spiegato Mattia Leoni, agente della polizia locale di Ancona e istruttore di autodifesa – l’utilizzo del prodotto è consentito solo a scopo di autodifesa e mai di offesa». Lo spray al peperoncino dunque può essere utilizzato solo per sottrarsi a una minaccia. Il getto nebulizzato (di portata non superiore a 3 metri) crea nell’aggressore un’irritazione temporanea: «Comprarlo e averlo con sé serve a poco o nulla, bisogna saperlo usare» dice Leoni, che spiega le regole di un vero e proprio decalogo. 

Come si usa

«Bisogna innanzitutto conoscerne l’effetto irritante, in molti corsi infatti si prova anche l’autocontaminazione, poi bisogna essere consapevoli dell’ambiente in cui il prodotto si usa». Se il prodotto viene usato in uno spazio chiuso rischia di espandersi nell’ambiente, in uno spazio aperto c’è il rischio che il vento contrario possa far deviare il getto verso sé stessi o chi si trova nella sua direzione. Esistono poi metodi per impugnare la bomboletta in sicurezza: «Il bottone va premuto con il pollice e non con l’indice- spiega Leoni- avere la bomboletta in mano inoltre è come tenere un pennarello e si hanno delle parti sporgenti che possono essere sfruttati dall’aggressore per reagire». Fondamentale anche lo spazio tra la persona e il malvivente: «Spruzzare e fuggire non è un’equazione automatica, se l’altro è troppo vicino possiamo non avere il tempo per allontanarci in sicurezza, quindi bisogna prima colpire l’avversario per allontanarlo e tenere le braccia estese in modo da tenere il getto lontano da sé stessi». Da qui deriva anche l’importanza dell’altra mano: «E’ utile per colpire, ma si può anche tenere vicina a quella con cui si spruzza per proteggersi dall’autocontaminazione». Il getto non deve essere diretto: «bensì circolare e con spruzzi di due o tre secondi in modo tale da correggere la mira cercando il volto dell’aggressore». 

Decontaminazione 

L’effetto dello spray al peperoncino dura in media mezz’ora e i sintomi possono andare da una momentanea cecità (se spruzzato sugli occhi) o temporanea fatica a respirare (se inalato). Può capitare, come detto, che il vento contrario possa causare autocontaminazione. Come ci si deve comportare? «La decontaminazione va effettuata con acqua corrente il prima possibile e poi è fondamentale non toccare altre parti del corpo- spiega ancora il vigile- perché così si sposta l’effetto in altre zone». 
 

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