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“Sei storie in Comune”: i racconti dei sindaci diventano un libro

A impreziosire il libro, i disegni di Leonardo Cemak, pittore, illustratore, noto per le sue vignette comparse per molti anni su giornali e riviste

SENIGALLIA – È stato lo splendido terrazzo della Rocca Roveresca a fare da cornice alla presentazione del libro “Sei storie in Comune”, la raccolta di racconti editi da Affinità Elettive scritti da sei narratori d’eccezione, ovvero sei ex sindaci dell’entroterra della provincia di Ancona. Si tratta di Andrea Bomprezzi, sindaco di Arcevia dal 2009 al 2019, Raniero Serrani, sindaco di Barbara dal 2004 al 2019, Mirco Brega, sindaco di Montecarotto dal 2009 al 2019, Andrea Storoni, sindaco di Ostra dal 2014 al 2019, Luca Memè, sindaco di Ostra Vetere dal 2013 al 2018, e Arduino Tassi, sindaco di Serra de’ Conti dal 2009 al 2019.

Ad impreziosire il libro, i disegni di Leonardo Cemak, pittore, illustratore, noto per le sue vignette comparse per molti anni su giornali e riviste quali “L’Unità”, “La Repubblica”, “Rinascita”, “Panorama”, “Epoca”, “Linus”, “Comix” e “L’Europeo”. A presentare il libro sono stati il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, l’editrice Valentina Conti e la direttrice della Rocca Roveresca Lian Pellicanò. Presenti ovviamente tutti i sei autori e lo stesso Cemak. «Li ringrazio – ha detto il sindaco Mangialardi – per avermi chiesto di presentare questo libro che mette a disposizione di tutti delle storie, dei racconti che riguardano il nostro territorio. Vicende narrate da amministratori seri e appassionati, ai quali, oltre al legame di sincera amicizia e di stima reciproca, mi unisce l’aver condiviso l’esperienza da sindaco, quell’essere sempre e comunque il primo punto di riferimento dei nostri concittadini, e l’aver governato insieme questo nostro bellissimo territorio».

Tra gli interventi anche quello di Maurizio Mandolini, redattore della prefazione al libro: «La formula scelta del “racconto breve” – ha sottolineato - restituisce uno spaccato del territorio, vero e vitale, e ci racconta con passione che la “vita” dei piccoli Comuni non è quella narrata né “il mondo dei vinti”, ma è, al contrario, “vita” di resilienza di nuove pratiche che hanno la reciprocità come modalità di scambio e la comunità come luogo di azione».

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