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Il cuore oltre la scrivania: va in pensione la segretaria che vide nascere l’ospedale

La segretaria Liana Zoppi lascia il servizio nell'Azienda Ospedali Riuniti. Il dg Michele Caporossi: «Grazie di esistere»

Quarantadue anni di attività, iniziati nel maggio del 1978 quando l’Azienda Ospedali Riuniti si chiamava “Ospedale Civile Umberto I”. La segretaria Liana Zoppi chiude la sua storia professionale fatta di carte, telefonate e tanto cuore. Pratiche amministrative sì, ma anche aiuto ai bisognosi con mansioni che spesso superavano i suoi compiti. Non era infatti insolito vedere la Zoppi scendere dall’ultimo piano della palazzina che ospita la direzione generale, attraversare l’area di Torrette, arrivare al parcheggio dell’ospedale e accompagnare in direzione i disabili che avevano bisogno di incontrare i vertici aziendali. Incontri che spesso hanno dato vita a progetti e iniziative effettivamente concretizzati. Orario di lavoro? Si, ma sforare per Liana non è mai stato un problema, tanto che nel corso degli ultimi anni ha anche aiutato l’azienda a mantenere contatti con la stampa, migliorando non poco la comunicazione tra il mondo dell’informazione e quello della sanità. Una dedizione al lavoro che dal 1978 ha portato la segretaria ad essere riconfermata nel suo ruolo da tutti i dirigenti che si sono succeduti da Fulvio Montillo in poi. E’ toccato all’attuale direttore generale, Michele Caporossi, salutare una delle sue più fidate collaboratrici: «La nostra mitica segretaria, sempre pronta a dare risposte esaurienti e valide a cittadini e pazienti, di animo generoso e di grande professionalità amministrativa e professionale, è giunta a meritato riposo- ha commentato Caporossi-grazie di esistere signora Liana, capolavoro di donna e professionista». 

La commozione però non ha risparmiato neppure la diretta interessata, che ha dedicato una lettera all’azienda: «Considero la mia storia in Ospedale un libro ed io sono arrivata all'ultima pagina – spiega la Zoppi-mi dispiace considerare questa pagina storia del passato, ma ogni cosa ha il suo tempo e sono felice di portare con me il ricordo di tutti voi che mi avete voluto bene e spero continuerete a volermene». 

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