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Rischio lockdown per le palestre, Tucci: «Per uno che sbaglia devono pagare tutti?»

Lettera aperta del titolare della Conero Wellness dopo l'ultimatum del premier Conte: «Inutile adoperarsi per la sicurezza se poi non siamo artefici del nostro destino»

Una settimana di tempo: dopodiché, se verranno riscontrate nuova carenze in materia di sicurezza, scatterà il lockdown per tutte le palestre d’Italia. E’ l’ultimatum del premier Conte che ha fatto da corollario all’emanazione del Dpcm appena entrato in vigore. Il monito ha mandato su tutte le furie i gestori dei centri sportivi che, sin dalla ripartenza di maggio, hanno investito energie e risorse per adeguarsi ai protocolli anti-Covid e adesso temono di veder vanificati i propri sforzi. 

Davide Tucci, proprietario della palestra Conero Wellness ha scritto una lettera aperta, densa di riflessioni sul tema della possibile chiusura generalizzata: 

«E’ stata una domenica d’attesa. Come molti, mi sono trovato ad attendere il discorso di Conte per sapere che destino ci sarebbe toccato in sorte: chiudere o restare aperti. Dal mio personale punto di vista ero praticamente certo che la risposta sarebbe stata quella di chiudere, ma con piacere sono stato smentito: ho pensato che, finalmente, al settore del fitness e wellness fosse attribuito quel ruolo di prevenzione e socialità che giornalmente svolge con serietà. Socialità per come può essere intesa ai tempi del Covid, ovviamente, nel rispetto di tutti i protocolli necessari da parte nostra, e che siamo costretti ad imporre anche a voi, frequentatori del centro, cambiando in parte quelle che erano le vostre abitudini. La motivazione, dice il Premier, è frutto di un intenso dialogo che ha portato alla decisone di lasciare aperte le palestre, ma con una sospensione. “Molto spesso i protocolli sono rispettati, altre volte no. Daremo una settimana di tempo per adeguare i protocolli e verificarne il rispetto. Se avverrà, non ci sarà ragione di chiudere le palestre, altrimenti la settimana prossima saremo costretti a sospendere anche le palestre e le piscine”. Alcuni diranno che parlare è facile, e certamente non vorrei essere al posto di chi si trova a dover prendere decisioni per l'intera collettività, perché risulta già molto complesso in una semplice realtà come la nostra: ogni decisione presa potrà essere commentata positivamente da alcuni e negativamente da altri, ma in questa sede voglio comunque scrivere quello che mi è rimasto dentro da ieri sera. Noi della Conero Wellness, così come tanti altri operatori del settore che personalmente conosco, ci siamo adoperati sin dal primo giorno di chiusura, domenica 8 marzo, per organizzare la riapertura in modo sicuro e nel rispetto di tutti i protocolli messi a disposizione da Governo, Regioni e federazioni sportive, nel nostro caso anche quelli della Fin, essendo noi Scuola Nuoto Federale. Protocolli e norme che spaziavano dal numero massimo di utenti per ambiente, al distanziamento delle attrezzature, all’utilizzo di prodotti e macchinari per l'igiene e la sanificazione quotidiana, alle piattaforme per prenotazioni, alla riorganizzazione delle mansioni dei collaboratori. Una serie di sforzi organizzativi e logistici che ci hanno consentito di garantire il rispetto delle regole ed esercitare un controllo quotidiano affinché anche tutti i frequentatori del centro le rispettassero, mantenendo attive solo le attività che fossero compatibili con il distanziamento, regolando i flussi in modo che anche all'interno degli spogliatoi non si verificassero assembramenti, emettendo voucher per un valore complessivo superiore ai 250.000 euro: tante piccole e grandi azioni, messe in campo da marzo ad oggi, per garantire a tutti benessere e sicurezza. Dare queste garanzie significa accettare un incremento dei costi e allo stesso tempo una forte contrazione dei ricavi immediata e futura, anche alla luce delle minori presenze che dobbiamo responsabilmente accettare. Ma qui arriviamo al punto: molti operatori del settore si sono indebitati per effettuare gli investimenti necessari a rendere le nostre strutture più sicure  e più piacevoli per l'utente, ma anche per avere la liquidità necessaria a traghettare i nostri centri sportivi verso quella che necessariamente è diventata una fase di forte incertezza. Ora, accettare questi rischi e queste incertezze fa parte del nostro ruolo, tuttavia mi rimane un dubbio. Venerdì scorso alla Conero Wellness abbiamo ricevuto la visita degli operatori Asur per una ispezione Covid, superata con esito decisamente positivo, che ci ha confermato, come sapevamo, che il nostro centro è un luogo sicuro dove allenarsi. Ma la domanda che rimane è: se, al termine di questa settimana, si dovesse rilevare che in Italia ci sono operatori che non hanno voluto o potuto adeguarsi ai protocolli e si dovesse decidere di sospendere l’attività di palestre e piscine sull’intero territorio nazionale, nonostante gli investimenti fatti, i debiti contratti, le rigorose procedure interne attuate, se tutto questo non fosse riconosciuto a causa dell'operato di alcuni, perché adoperarsi se non possiamo essere artefici del nostro destino?». 

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