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Dalle pubblicità in tv alla musica rap, “Ale” pronto alla sfida di Amsterdam

Il rapper annuncia il singolo in uscita nei prossimi giorni e si prepara a prendere il volo destinazione Olanda, dove porterà la sua musica e un messaggio

Il suo volto è passato più volte sulle tv nazionali per note campagne pubblicitarie, la sua voce è in rampa di lancio nel mondo della musica. Alessandro Cerri, in arte “Ale” è un 24enne osimano con la passione per il cinema e la recitazione. Nel suo sangue però scorre anche il rap. A giorni uscirà “Armstrong” il suo primo mixtape da solista e a febbraio, dopo aver girato l’Europa per studio e lavoro, Ale volerà ad Amsterdam dove porterà la sua musica ma anche un messaggio per la sua città: «Vorrei far vedere agli osimani che se si crede in quello che si fa ce la può fare chiunque. Non serve arrivare a fare chissà cosa, magari ad Amsterdam suonerò in qualche piccolo locale come il Kokogena, dove ho iniziato a cantare, ma potrei dire di averlo fatto ad Amsterdam». In Olanda la realtà è diversa da quella italiana e in particolare quella anconetana: «Sembra che tutti possano sfondare da soli. Ora i collettivi non esistono più, tutti sono solisti ed è un problema perché il rap è una musica che deve essere spinta, non respinta. Io andrei al concerto di un altro rapper anche se non mi piace la sua musica, perché voglio dargli supporto e non invidia. Solo così si crea una realtà di rete e di supporto». 

Dalla tv al rap

Alessandro ha girato spot pubblicitari tra cui quello per una nota casa che produce preparati per cioccolata calda o quello per una piattaforma tv digitale. Nel 2004 ha scoperto il rap per puro caso: «Erano gli anni in cui andava molto la musica Metal o House, io avevo bisogno di ascoltare qualcosa di diverso e da internet avevo scaricato i video di “2thebit”, una grande competizione freestyle, appassionandomi a quella disciplina. Il freestyle però mi ha introdotto nel più grande mondo del rap, poi sono cresciuto con Neffa, gli Uomini di Mare e Mondo Marcio». Il 23 dicembre 2006 Ale ha stretto la mano dell’allora compagno di scuola Lucio Maria Mancini, oggi in arte Loop Zero, e da quel gesto è nato il collettivo “Senza Testa Crew”: «Eravamo andati al concerto di Fabri Fibra al Barfly, dovevo andarci con un altro amico che però non voleva lasciare la sua festa di compleanno e così ho chiesto a Lucio. Lui non ascoltava rap, ma dal giorno dopo ha cominciato a scrivere canzoni». Il sodalizio artistico con Loop Zero dura da 12 anni ed è entrato a far parte di un collettivo più ampio chiamato “Knowledgment” nel quale Ale e Loop Zero condividono la scena con artisti del calibro di John Michael, il campione italiano di Beatbox, ma anche l’obiettivo di creare attorno al rap proprio quella rete che manca. «Ad Amsterdam voglio portare tutto questo, la mia musica ma anche tutto quello che c’è dietro e potrò dire di essere soddisfatto quando sentirò la gente cantare i miei pezzi». Un futuro come rapper? Ni: «L’etica non è l’etichetta, quando l’etichetta entra nella vita dell’artista e impone tot canzoni al giorno allora non è più passione. Firmerei al volo, invece, per un’etichetta indipendente».

Armstrong

Per Ale, “Armstrong” sarà l’esordio da solista anche se “Senza Testa Crew” non smetterà di esistere: «Nelle mie canzoni ci sono molti temi sociali, alcuni sono palesi altre sono metafore. In una canzone che si chiama “Day by day”, ad esempio, c’è la storia di un personaggio inventato che si erge a rappresentante del popolo cercando di fare del bene. Di base le mie canzoni parlano di cose che vediamo e percepiamo». Armstrong sarà un mixtape così come “Scapperò”, “Non sempre è un’agonia”, “Isole Unisone” e altri singoli. Si chiamerà così: «perché voglio spaziare su diversi tipi di base, diverse tematiche e anche diversi strumenti. Chi più di Armstrong, il grande astronauta, può rappresentare il concetto di spaziare senza limiti?». Sarà una canzone scritta su una base esistente e come le precedenti sarà disponibile su Youtube senza scopo di lucro: «Se i produttori non ti conoscono solitamente chiedono soldi per usare le basi se non ti conoscono. Io voglio arrivare al punto che produttori e musicisti siano interessati al mio lavoro e quello del mio collettivo».
 

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