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Rapper e manager, l'arte di Clima: «Vi curo con la musica e porterò qui la star del futuro»

Interpreta la musica come una medicina per il suo pubblico, ma "Clima" è anche manager e sta lavorando per portare nel capoluogo la rapper italiana del futuro

La musica come medicina per tirare fuori alla gente la voglia di fare, anche a chi l’ha persa del tutto. E’ questa la missione di Alessandro Loi, 21 anni cagliaritano d’origine ma anconetano da ormai da 16 lustri. Alessandro ha spiegato di aver scelto il nome d’arte di “Clima” perché proprio come gli agenti atmosferici non fa quel che vuole ma quel che deve, senza condizionamenti. Messaggio che trasla nella musica: «Come la musica ha fatto bene a me io cerco di dare al mio pubblico lo stesso effetto medicina». Per curare quale male? La sfiducia in sé stessi: «Sì, la voglia di fare e di credere nella propria strada indipendentemente dal quale sia, perché con il lavoro si può raggiungere qualunque obiettivo». Un concept che sarà la linea guida di un nuovo progetto digitale che non passerà solo per la musica ma anche per immagini video. Clima ha già pubblicato un lavoro dal titolo “BMW” con la produzione di Domenico Pipolo, in arte DOD: «E’ l’anticipazione del progetto che approderà su Spotify e le altre piattaforme digitali fuori da Youtube, collaborano produttori da tutta Italia per veicolare messaggi motivazionali utilizzando l’integrazione di musica, testo e immagini. E’ un progetto multimediale a 360°». Non sarà un album: «Penso che un cantante non ancora mainstream non può permettersi oggi come oggi di fare un album pensando di avere riscontro. Lavoreremo su singoli che vogliono farti venire “la voglia di fare” senza aspettare la svolta fuori da te stesso». La prossima uscita è prevista entro fine dicembre, un’altra a gennaio. Nome delle opere? «Non li ho ancora, di solito è l’ultima cosa a cui penso». Clima però è anche organizzatore di eventi. Se come rapper ha aperto i concerti di artisti come Ghali, Gemitaiz, Achille Lauro e Sfera Ebbasta, come manager ha un obiettivo chiaro per il 2019: «Sto lavorando per portare ad Ancona Chadia Rodriguez (2 milioni di visualizzazioni in media su Youtube) che oggi è ancora una scommessa ma sono convinto che tra gennaio e febbraio sarà la donna rapper più conosciuta in Italia». 

Prima di diventare Clima, Alessandro ha imparato a suonare la chitarra anche grazie alla cultura musicale che si respira in casa sua. «A 13 anni c’è stato il flash con il rap grazie a un amico che al parco mi fece ascoltare “Tieni duro” di Mondo Marcio, mi colpì il ritornello cantato da una bambina. Da lì l’avvicinamento al freestyle e a tutto il resto». E via a scrivere canzoni?: «No, all’inizio erano più che altro poesie in rima baciata, una roba sporadica che poi è diventata costante. Gli amici insistevano sul fatto che potevano essere canzoni rap e a 17 anni ho deciso di trasformarle in musica». Per dire cosa?: «All’epoca erano solo sfoghi di un 17enne, non sapevo bene cosa andare a toccare». Oggi Clima lo ha capito: «Ho il mio pubblico, che mi somiglia e mi chiede solo sincerità, vuole sentirsi raccontare le cose per come le vedo io e non messaggi frivoli dei rapper con i tatuaggi in faccia che fanno finta di stare negli Stati Uniti. Non analizzo nessuno, semplicemente mi guardo intorno e cerco di impegnarmi in qualcosa che va oltre il quanti soldi hai e quanta droga consumi». 


 

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