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Payback, Pmi Sanità torna in Regione. Micucci: «C'è ancora confusione sulla catalogazione dei dispositivi medici»

Il delegato regionale parla anche di una nuova tassa che andrà a colpire i fornitori di prodotti e attrezzature per gli ospedali

ANCONA- Il “Payback sanitario” torna in Regione. Nei giorni scorsi PMI Sanità è stata audita, per la seconda volta, dalla V Commissione Sanità e Affari Sociali della Regione Marche. Il “Payback è un meccanismo che costringe le imprese a ripianare il 50% dello sforamento dei tetti di spesa delle aziende ospedaliere pubbliche regionali per gli acquisti dei dispositivi medici relativi al quadriennio 2015-2018. Nelle Marche lo sforamento calcolato dalla Regione è di oltre 292milioni di euro quindi le 1.507 aziende coinvolte, marchigiane e non, che forniscono dispositivi medici al servizio pubblico regionale dovrebbero versare 136milioni euro. Cifre insostenibili per le Pmi marchigiane e non solo. Dopo battaglie legali avviate in tutta Italia e una serie di deroghe che hanno prolungato di mese in mese la scadenza del pagamento, la situazione è ora in stallo. Il Tar del Lazio infatti, «ha riconosciuto che ben 4 punti della legge sono incostituzionali- spiega Marco Micucci, delegato regionale Pmi Sanità- ed ha rinviato tutta la vicenda alla Corte Costituzionale che si riunirà il prossimo 22 maggio. La sentenza metterà fine, in un senso o nell’altro, a tutta questa faccenda». Come già detto, nei giorni scorsi Pmi Sanità, affiancata dalla Cna, è stata convocata alla V Commissione regionale. «Nei mesi scorsi abbiamo fatto sentire la nostra voce, abbiamo portato dati e dimostrato la nostra preparazione nel settore- commenta Micucci-. Gli uffici hanno capito di aver fatto degli errori nella catalogazione dei prodotti, dove erano stati inseriti tra i fornitori di dispositivi medici anche i venditori di cibo per animali. Adesso stanno provvedendo a fare un nuovo elenco, ma c’è ancora molta confusione. Questo perché, ancora una volta, non siamo stati coinvolti dall’Agenzia Sanitaria e del Dipartimento Salute, non c’è stato uno scambio con noi che siamo i diretti interessati. Ad ogni modo ci hanno rassicurato che prenderanno in considerazione le nostre proposte per la catalogazione dei dispositivi medici».

Micucci riferisce anche che «il presidente della V Commissione Baiocchi e i consiglieri presenti all’audizione si sono impegnati a fare presente in sede di Conferenza Stato-Regioni che i tetti di spesa per i dispositivi medici sono irrisori. La cifra è ridicola, impossibile spendere solo 127milioni di euro. I politici regionali hanno capito la situazione, ora bisogna riuscire ad arrivare al Governo». La spinosa questione del Payback sanitario non è ancora risolta e già, per i fornitori di dispositivi medici, attrezzature e grandi impianti come tac, risonanze, ecografi, raggi x ecc… è spuntata una nuova rogna. «Un mese fa nella Gazzetta Ufficiale sono stati pubblicati dei decreti che vanno a colpire ancora una volta noi stakeholder- commenta il delegato regionale di Pmi Sanità-. Si sono inventati un’ulteriore tassa che va ad incidere lo 0,75% di fatturato lordo. Già 100 aziende hanno dato vita ad una class action per impugnare questo provvedimento, altre si stanno muovendo da sole. Ciò comporterà ancora spese legali ed nuovi ricorsi al Tar del Lazio. Questa tassa servirà a costituire un altro carrozzone che dovrà vigilare sui dispositivi medici, non si sa bene in che modo. Abbiamo già Consip, Anac, le stazioni uniche appaltanti ecc… Siamo pieni di carrozzoni. Adesso ne fanno un altro pagato, però, da noi fornitori di dispositivi medici».

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